Spesso quando si parla di Piazzale Loreto la memoria
corre sempre all’esposizione dei cadaveri dei gerarchi fascisti alla fine della
guerra, una sorta di orrore e di macelleria messicana come viene chiamata dai
più, con i cadaveri presi a calci e sottoposti ad altre vessazioni. Crudeltà
verrebbe da dire, sicuramente, ma siccome la storia ha un suo antefatto è
meglio ricordare anche i trascorsi-Dal settembre 1943 come tutti sappiamo e con
la liberazione di Mussolini dalla sua prigione del Gran Sasso di fatto l’Italia
viene suddivisa in aree dal sud Liberato all’Italia Centrale teatro di guerra,
al Nord con i partigiani che tennero in scacco le forze nazi-fasciste fino alla
fine della guerra. Partigiani che furono fucilati a migliaia, imprigionati,
seviziati in una lotta fratricida senza quartiere. L’8 agosto del 1944 a Milano
in viale Abruzzi viene compiuto un attentato contro un camion tedesco in cui
perdono la vita sei persone, nessun milite della RSI e tantomeno un tedesco.
Scatta la rappresaglia (in questo caso ingiustificata perché nessun tedesco è
rimasto coinvolto nel fatto) e vengono portati in piazzale Loreto 15 detenuti
da San Vittore. Vengono fatti allineare al muro e fucilati alle sei di mattina
dai militi della Ettore Muti. I cadaveri in questa afosa giornata di agosto
saranno lasciati tutto il giorno sul marciapiede pubblicamente vilipesi e
oltraggiati dai militi della stessa Muti e dalle ausiliarie della RSI. La gente
viene fatta scendere dai mezzi pubblici e costretta, armi alla mano, ad
assistere al macabro spettacolo. Una scena spaventosa che non sarà dimenticata
dalla gente di Milano.
I fucilati cono giovani, in gran parte operai,
qualcuno partigiano, anche un capitano degli alpini e sono uno spaccato della
società che voleva rinascere.
- Gian Antonio Bravin commerciante,
36
- Giulio Casiraghi 45, tecnico
della Marelli
- Renzo del Riccio 21, meccanico
socialista
- Andrea Esposito 46, operaio
- Domenico Fiorani, 31 Perito
industriale
- Umberto Fogagnolo 43 ingegnere
della Marelli
- Tullio Galimberti 22 impiegato
- Vittorio Gasparini, 31 dottore
e capitano degli alpini
- Emidio Mastrodomenico 22 agente
di PS
- Angelo Poletti 32 operaio
all’Isotta Fraschini
- Salvatore Principato 52,
militante socialista perseguitato politico
- Andrea Ragni 23 partigiano
- Eraldo Soncini, 43 operaio alla
Pirelli
- Libero Temolo 32, operaio alla Pirelli
- Vitale Vertemati 26 meccanico