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Una data che nella storia dell’umanità ha un suo peso e un suo
fascino. E ‘ l’inizio della rivoluzione russa, il passaggio dalla storia degli
Zar a quella del popolo, un epopea che sarebbe andata avanti a lungo e che condizionò
di fatto tutta la storia del secolo breve. Con l’avvento del bolscevismo la
guerra sul fornte orientale si arrestò e con essa la partecipazione della Russia,
con la ritirata di quelle truppe ci furono lo sfondamento del fronte a ovest e
l’Italia lo pagò con Caporetto (24 ottobre). Insomma un anno terribile che aprì
poi fronti e temi che sarebbero andavi avanti per decenni. Una data quella del
24 febbraio quanto mai importante. E tutto iniziò a Pietrogrado (poi leningrando e infine pietroburgo)
esistevano tre organizzazioni operaie illegali: il Gruppo dei socialdemocratici
menscevichi, il Comitato bolscevico e il Comitato interrionale dei
socialdemocratici internazionalisti, un gruppo formato da trockisti e
bolscevichi. Il 23 febbraio (8 marzo) si sarebbe dovuta celebrare la Giornata internazionale dell'operaia: in un primo tempo i Comitati bolscevichi e
interrionali invitarono allo sciopero e a manifestazioni contro la guerra,
l'autocrazia e il carovita; poi, secondo quanto riferisce Kajurov, attivista bolscevico del quartiere di Vyborg, il 22
febbraio (7 marzo) "l'eccitazione delle masse costrinse il Comitato di
quartiere a interrompere la propaganda a favore dello sciopero", in vista
di altre "imminenti manifestazioni". Il 24 febbraio (9 marzo) il numero degli scioperanti aumentò ancora,
raggiungendo la cifra di circa 200.000 operai, e i manifestanti invasero il centro della città,
con parole d'ordine contro l'autocrazia e la guerra. Nelle vie principali si
tenevano comizi volanti che venivano dispersi dai cosacchi a cavallo, ma senza
la consueta violenza, limitandosi ad attraversare la folla senza caricare.
Era l’inizio .
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