Cos’è oggi il 25 aprile? E’ ricordare quello che è successo più
di settant’anni fa, ricordare e studiare la storia nostra di ogni singola
famiglia, quello che ha vissuto, che ha provato, l’oppressione la repressione,
la guerra, la fama, la privazione dei più elementari diritti. La liberazione dal
ventennio, dai falsi idoli, dall’ideologia fine a se stessa, dalle parate
dall’oppressione, dal non poter esprimere liberamente i propri pensieri.
Provare la gioia di sentirsi finalmente liberi e finalmente nazione. Però se
guardiamo al presente ci accorgiamo che qualcosa non ha funzionato in Italia e
in Europa. Si costruiscono muri – si mette il filo spinato – si nega al
prossimo (che purtroppo magari non ha il nostro stesso colore di pelle) il
diritto a una vita diversa. Era questa l’Europa che avevano sognato i vari Spinelli,
Shuman e Adenauer ?. L’idea di Europa se non cambia va in frantumi di fronte
all’egoismi dei singoli stati e delle singole istanze. Era anche questo contro
cui avevamo lottato durante la seconda guerra mondiale sconfiggere gli egoismi e
le istanze nazionalistiche che avevano portato alla morte più di cinquanta
milioni di persone. Allora è forse meglio ricordare sempre ogni giorno quello
per cui avevano lottato i nostri padri. Oggi il bene della resistenza è uno
solo: ricordare e tramandare e farlo attraverso la Cultura. La lettura e la
condivisione della memoria. Sapere e conoscere il nostro percorso e le nostre
origini repubblicane è utile. Ai ragazzi che studiano la Costituzione che
rileggono i passaggi di quelle storie dico continuate così, perché solo facendo
in questo modo sarete realmente liberi di quella libertà per cui i vostri nonni
hanno lottato e sono morti per poterla difendere. Oggi la frontiera dell’informazione
prevede nuovi strumenti e tecnologie usatele e bene per raggiungere questo
scopo. E proprio magari così facendo rileggete la storia e ricordate ad esempio
la repubblica della Valsesia del 1944, quando i nostri progenitori si
liberarono da soli anche per pochi giorni in quello che fu il prodromo della
successiva repubblica e che sarà celebrato dal presidente Mattarella lunedì
prossimo. Una storia che andrebbe studiata meglio per evitare che qualcuno si
opponga magari alla costruzione di un mausoleo a Gramsci oppure che altri
erigano un museo del fascismo. In un mondo che troppo spesso e presto dimentica
vorrei chiudere con due citazioni quanto mai utili e prive di retorica: Il
fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i
candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice
di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni,
degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è
identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo
italiano. (Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921) Qui vivono per
sempre / gli occhi che furono chiusi alla luce / perché tutti li avessero
aperti / per sempre alla luce". (Per i morti della Resistenza di Giuseppe Ungaretti)
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