La madre di tutte le partite, il momento
decisivo del campionato, quello che è andato in scena al Palasanquirico è molto
di più di un semplice scontro di calcetto, in palio la permanenza in serie A,
quella serie che, poco meno di un anno fa (il 29 marzo), veniva consacrata da Maschio e compagni. Lo capisci subito che l’atmosfera è diversa, di fronte due
squadre che vogliono lottare fino alla fine per il sogno di rimanere nell’élite
dei grandi. L’allenamento parte più tardi, c’è l’affetto del pubblico, ci sono
le ragazze Alterego, che con la loro energia trasmettono responsabilità e
voglia agli azzurri. Si parte in sordina, ma poi c’è il risveglio di rombo di
tuono, alias Gioele Cannella, le percussioni sono più incisive, la forza ha
battuto la paura, il dribbling è efficace. La rete si gonfia uno, due, tre, quattro
volte, mentre Forlì cerca di ricucire il risultato con solo una marcatura
peraltro da rimpallo.
All’intervallo la paura è che si consideri la partita già finita. Le ragazze ballano sulle note di un ritmo scatenato. L’occhiata con Lotta è di quelle severe, si riparte dallo 0 a 0. Forlì non può più aspettare e in trenta secondi si porta a un incollatura, per chi scrive sembra di rivivere i fantasmi della notte di Istanbul e del suo Milan di Champion, ma ci pensa Celentano in versione the Wall con un siluro dei suoi a ridare fiato alle speranze. E poi c’è spazio per Garbo e per Pato. Finito !! Manco per idea, Forlì è tignosa Pietrobom…ba non è un brasiliano, è un carro armato potente, Mazocco l’ispiratore, altre due segnature è il risultato rimane in bilico, 7 a 5, e poi mette il sigillo lui la nostra mosca atomica, al secolo Fazio che timbra e chiude la partita con gli ultimi cinque minuti con Forlì che chiama il portiere di movimento. Al fischio finale l’abbraccio è di quelli liberatori. Forlì comunque vada a finire il resto del campionato, sarà dietro. Aosta e Fassina sembrano più lontane e persino Carmagnola è dietro. Manca veramente poco, la matematica dice due punti, ma solo se gli avversari vincono sempre, potrebbe bastare anche così. E nell’abbraccio finale si coglie la sensazione che i ragazzi abbiamo compiuto un impresa, non oggi, sarebbe troppo facile dirlo, ma in tutto il campionato disseminato di alti e bassi come giusto che sia, e che con dedizione e pazienza hanno tenuto la barra dritta in questi mesi. L’immagine più bella e che dà l’idea del gruppo quella finale, mentre chi scrive sta definendo il pezzo per tuttosport del basket, la squadra e la dirigenza tutta unita a seguire le evoluzioni delle partite che interessano sul sito della divisione calcio a 5, sul computer del sottoscritto con parole e abbracci. Fino alla fine @libertasastense
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