martedì 30 luglio 2013

Il Pd che vogliamo: subito il Congresso e poi lavoriamo su cose concrete



Quanto andato in onda durante l'ultima direzione nazionale del Partito Democratico ci ha lasciato basiti. Non comprendiamo, veramente, dove i dirigenti nazionali abbiamo la testa e su quale pianeta vivano. Riteniamo che la discussione sul congresso si stia trascinando da troppo tempo e più il tempo passa più le proposte diventano irricevibili. Discutere sempre e soltanto di regole senza mai concentrarsi sui temi che interessano la nostra nazione da la misura della distanza di una certa classe dirigente dalla vita reale. Il Partito deve essere inclusivo e non esclusivo. Pensiamo che una gran parte di classe dirigente del nostro Partito sia impaurita dalle novità e della richiesta di cambiamento che viene espressa dagli elettori e della base a cominciare dai Circoli - soprattutto dopo il non essere riusciti a vincere elezioni che erano alla nostra portata e di aver continuato a “giocare con vecchie logiche”  come l’episodio delle vergogna dei 101 Parlamentari che hanno tradito, con il loro voto, la fiducia di milioni di persone - per questo è giunto il momento che facciano un passo indietro, hanno già dato abbastanza, nel bene e nel male!!!

Non è possibile assistere ad un continuo tira e molla sulle modalità congressuali, che appare unicamente finalizzato a fermare il cambiamento che avanza e che deve avanzare sia nelle idee che nelle persone. Le primarie sono il metodo chiaro e semplice che il partito, già in origine, ha adottato per scegliere il proprio segretario ed insieme il candidato naturale alla premiership senza togliere che, qualora ci siano oltre alle condizioni per il voto anche altri candidati, si faccia scegliere agli elettori da chi farsi rappresentare. Tutto questo basta per avviare il prima possibile il congresso"
, anche perché pensiamo che le priorità da discutere siano ben altre, vedi la riduzione/razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica a partire dalla soppressione delle Province; la riduzione della pressione fiscale su aziende e sui redditi dei lavoratori dipendenti e sui pensionati; favorire la ripresa e quindi la creazioni di nuovi posti di lavoro, a cominciare dai giovani, con meno burocrazia e più semplificazione. 

Ancora una volta sembra di non riuscire a liberarci di quel "tafazzismo" imperante tipico di una certa area del centrosinistra. Ogni qualvolta che si presenta la possibilità di cambiamento positivo, nuove facce con nuove proposte concrete, si cercano strade differenti affinché ciò rimanga congelato, crediamo, però, che questa volta tutto questo non possa avvenire e un nuovo corso prenderà spazio, per il bene del PD ma, prima di tutto, per il bene dell'Italia. Questo è il PD che noi vogliamo!!!. 


Emanuele Gastaldi, Renzo Belossi, Patrizia Mantillaro, Giancarlo Ogliaro, Carlo Grosso e Beppe Rasolo

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