mercoledì 15 febbraio 2012

Yes we can

C’è stato un periodo in cui la normalità era il Milan alla finale della Champions e l’Inter sbeffeggiata e umiliata contro sconosciuti squadroni con nomi roboanti, Villareal, Lugano ecc. C’era un tempo in cui una squadra perdeva uno scudetto all’ultima giornata contro una squadra amica, mentre l’altra squadra di Milano, quella fondata nel 1899, mieteva in continuazione allori su allori. Poi per colpa di qualche telefonata, il mondo si è fermato,  si è diviso in onesti e disonesti, coloro che usavano le sim giuste, anche se in passato avevano tarrocato documenti e passaporti, e quelli che invece erano perseguibili. E dopo aver messo amici e conoscenti a dettare le regole il più delle volte portandosi il pallone, dopo averci fatto letteralmente a fette gli zebedei con l’uso improprio di un idioma, quello ispanico, si sta lentamente tornando alla normalità. Tutto cominciò dal tetto del mondo, dall’innesto di un ex giuda, da campagne acquisti strane, da addii improvvisi, da fughe negli spogliatoi e da un dio del calcio improvvidamente assente che ha fatto volteggiare un airone nel cielo di san siro a dettare il giusto corso degli eventi. Ecco perché questa sera mi sento sereno e fiducioso, una fiducia che tutto sia tornato a posto e che finalmente anche noi potremo liberarci della perfida Albione, yes we can

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