Nato in Inghilterra sul finire del Seicento, Edward Teach crebbe tra porti affollati e racconti di mare, finché la guerra e il destino lo spinsero verso i Caraibi. Lì, tra tempeste e cannoni, imparò l’arte del mare servendo come corsaro, ma quando la guerra finì scelse la via più rischiosa: la pirateria.
Sotto il comando del pirata Hornigold affinò il suo talento, ma il vero Barbanera nacque quando prese possesso di una poderosa nave francese, trasformandola nella terribile Queen Anne’s Revenge. Con quaranta cannoni e una ciurma votata al terrore, iniziò a solcare gli oceani come una leggenda vivente.
Sul ponte della sua nave, la barba lunga e scura intrecciata con micce fumanti, Barbanera pareva una creatura evocata dagli abissi. Il suo aspetto era un’arma: molti capitani ammainavano le vele senza osare combatterlo. Nel 1718 compì il gesto che lo rese immortale: bloccò il porto di Charleston, catturando navi e ostaggi con una calma glaciale. Seduto sulla sua sedia di rovere, emanando fumo come un demone, accettò il riscatto solo quando lo decise lui. Per la città fu un incubo, per lui solo un altro giorno in mare.
Ma nessuna leggenda dura per sempre. Il governatore della Virginia, stanco del suo dominio, mandò il tenente Maynard a porre fine alla minaccia. Nelle acque di Ocracoke avvenne lo scontro finale: un turbine di fumo, esplosioni e urla. Barbanera combatté con la forza di dieci uomini, sanguinante ma inarrestabile, finché cadde colpito da colpi di pistola e di lama. Si dice che, anche a terra, il suo corpo continuò a muoversi per qualche istante, come se rifiutasse la morte.
La sua testa venne issata sulla prua dei vincitori, ma la sua storia non finì lì. Ancora oggi, nelle notti calme delle Caroline, i marinai giurano di vedere una nave scura tagliare l’orizzonte, e un uomo dalla barba fumante osservare il mare… come se Barbanera non avesse mai davvero abbandonato il suo regno.

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