Alcide De Gasperi è una delle figure più importanti della storia repubblicana italiana. Statista sobrio, uomo di dialogo e visione, ha avuto un ruolo determinante nella rinascita democratica dell’Italia dopo la tragedia del fascismo e della guerra. Il suo pensiero e il suo esempio restano un punto di riferimento per chiunque creda nella buona politica come servizio al Paese. Difensore della democrazia fin dai tempi bui del regime, De Gasperi fu tra i principali artefici della Costituzione repubblicana e della costruzione delle nuove istituzioni italiane. La sua opera politica fu ispirata da una fede incrollabile nella libertà, nel pluralismo e nello Stato di diritto. Non cercò mai il consenso facile, ma si batté per la stabilità e la coesione del Paese, anche quando le sue scelte erano impopolari.
Uno dei capisaldi della sua eredità è il suo profondo europeismo. De Gasperi fu tra i padri fondatori del progetto europeo insieme a Schuman, Adenauer e Monnet. Credeva che solo attraverso l’unità dell’Europa si potesse garantire la pace, superare i nazionalismi e costruire un futuro condiviso. Per lui, l’Europa non era un’utopia, ma una necessità politica e morale. Sul piano interno, il suo governo fu protagonista della ricostruzione economica e sociale del dopoguerra. Promosse infrastrutture, lavoro, piani di sviluppo, ma sempre con grande attenzione alla coesione sociale. De Gasperi aveva una visione equilibrata del rapporto tra Stato e mercato, e fu capace di dialogare con il mondo sindacale e imprenditoriale, nella ricerca del bene comune.
Pur essendo un cattolico profondamente credente, De Gasperi fu anche un difensore della laicità delle istituzioni. Rivendicò l’autonomia della politica rispetto alle ingerenze ecclesiastiche, mantenendo un rapporto di rispetto, ma di distinzione, tra la Chiesa e lo Stato. Un equilibrio che ancora oggi è al centro del nostro assetto costituzionale.
Altra lezione fondamentale: per De Gasperi la politica era servizio, non potere. Non usò mai toni populisti, non cedette al personalismo né alle scorciatoie demagogiche. Per lui contavano l’etica pubblica, la preparazione, il senso dello Stato. “Politica come forma alta di carità”, ripeteva spesso. E questo rimane, forse, il messaggio più potente e attuale.
In tempi di crisi delle istituzioni e sfiducia nella politica, l’eredità di De Gasperi parla ancora a tutti noi: ci ricorda che è possibile essere rigorosi senza essere autoritari, idealisti senza essere ingenui, costruttori di pace anche nei momenti più bui. Un lascito che chiede di essere raccolto.
Nessun commento:
Posta un commento