domenica 24 agosto 2025

24 agosto 1815 Olympus has fallen


Nel 1814, durante la Guerra del 1812 tra Stati Uniti e Regno Unito, si consumò uno degli episodi più clamorosi della storia americana: l’assalto britannico a Washington D.C. Il 24 agosto, dopo aver sconfitto le forze americane a Bladensburg, le truppe britanniche entrarono nella capitale praticamente senza resistenza. In una sorta di versione storica di "Olympus Has Fallen", ma senza effetti speciali, gli inglesi incendiarono simbolicamente i principali edifici governativi.

A farne le spese furono il Campidoglio, diversi uffici pubblici e, soprattutto, la President’s House, come allora era chiamata la Casa Bianca. I soldati britannici appiccarono il fuoco all’edificio, distruggendone gran parte degli interni. Pare che a peggiorare la situazione siano stati anche i materiali altamente infiammabili contenuti all’interno, tra cui pesanti drappeggi e mobilio in legno pregiato.

Prima di fuggire, la First Lady Dolley Madison salvò il celebre ritratto di George Washington, che ancora oggi campeggia nella Casa Bianca. Il giorno successivo, un violento temporale – forse un uragano – contribuì a spegnere gli incendi e a limitare ulteriori distruzioni.

Quando si avviarono i lavori di ricostruzione nel 1815, l’intero edificio fu ricoperto con una vernice bianca a base di calce, utilizzata per mascherare le bruciature nere lasciate dalle fiamme. Questo gesto non solo restituì un aspetto dignitoso alla residenza presidenziale, ma contribuì anche a consolidarne il nome popolare: “White House”.

Fu solo nel 1901, con Theodore Roosevelt, che il nome divenne ufficiale. Ma tutto nacque da un incendio, una guerra, e una mano di vernice bianca.



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