Ciao Paolo,
Che tristezza apprendere della tua scomparsa in un giorno che, per noi milanisti, aveva il sapore della rinascita: l’arrivo a Milanello di Luka Modrić che alimenta i sogni di una nuova grandeur, come quella che abbiamo vissuto nel primo decennio del nuovo secolo.
Non posso non ricordare quando, grazie alla tua generosità e disponibilità, siamo riusciti a organizzare decine di pullman verso San Siro. Quante ne abbiamo vissute insieme: vittorie indimenticabili, certo, ma anche delusioni — sempre però accompagnate da un’unica, immensa passione.
Quante scuole calcio abbiamo portato allo stadio! Ricordi quella volta che portammo i ragazzi di Cossato con le sciarpe azzurre della Nazionale dedicate a Gilardino? Peccato che fosse Milan–Empoli, e gli avversari indossassero proprio quel colore…
Tanti ricordi a tinte rossonere, lo ammetto, ma nati da una sinergia rara, autentica, che andava oltre il tifo.
Ecco perché, proprio al termine di una stagione non esaltante per i nostri colori, mi dispiace immensamente che tu ci abbia lasciati. Perché come ripetevi sempre anche tu, con quella luce negli occhi: “Dopo Istanbul, c’è sempre Atene.”
Buon viaggio, Paolo.
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