giovedì 12 giugno 2025

Schegge di memoria


 

Il mese di giugno è da sempre legato a eventi che hanno attraversato il tempo per consegnarci pietre miliari della storia. Uno di questi è, senza dubbio, lo sbarco in Normandia.

Omaha Beach, Utah Beach sono nomi che oggi vivono come una cartolina indelebile, testimoni del luogo dove si decise l’esito finale della contesa tra il mondo libero e la tirannia, tra l’oscurantismo e la democrazia.

Chi ha visitato quei luoghi sa quanto potere evocativo abbiano quelle sabbie, quei bunker, quei cannoni rimasti a memoria imperitura di quei giorni del giugno 1944 I musei che ho trovato in Normandia sono i depositari della memoria storica, ma non hanno – o almeno non sempre – lo stesso potere evocativo di una natura che si interseca con l’opera dell’uomo. L’aria stessa, un po’ salmastra e un po’ tetra, racconta silenziosamente di quel tempo. Persino un fotografo esperto come Robert Capa fece fatica a immortalare appieno la drammaticità di quei momenti.

Ma la natura non dimentica. Secondo un recente studio scientifico, la sabbia di quelle spiagge, calpestata solo un paio di stagioni fa dal sottoscritto, contiene ancora oggi un 4% di residui della battaglia: frammenti metallici, particelle di differente natura insomma schegge di memoria.

Schegge che è nostro dovere conservare, perché ci restituiscono il senso profondo di uno scontro violento e sanguinoso, ma anche il valore inestimabile della libertà conquistata. Grazie a quegli uomini abbiamo potuto scrivere pagine nuove di democrazia e di speranza. Non sprechiamolo, oggi

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