In ogni comunità c’è sempre una persona che riesce a emergere e a stupire tutti. Persone che possiedono dentro di sé quel qualcosa in più: il genio. Nino Cerruti era uno di questi. Un artista capace di lasciare il segno non solo nel mondo della moda, ma anche nella sua comunità e nella cultura in senso più ampio. Amante appassionato della settima arte, Cerruti è stato uno dei primi a intuire e a valorizzare il rapporto tra moda e cinema, due mondi che fino a quel momento viaggiavano su binari separati. Grazie a questa visione, ha saputo creare non solo uno stile unico, ma un modo di vestire capace di raccontare storie, emozioni e atmosfere, come in un film.
Amava la Francia, il tocco plissé che dava leggerezza e movimento agli abiti, e riusciva a portare quell’eleganza anche nella vita quotidiana. Ricordo con affetto la soffitta della sua azienda, dove erano conservate una collezione preziosa di fotografie e abiti: testimonianze tangibili di una carriera vissuta con passione e umiltà. Un uomo affabile e attento, profondamente legato al territorio biellese. La sua sensibilità si riflette ancora oggi, nelle scelte di illuminazione di via Cernaia e negli arredi urbani, veri e propri segni del suo buon gusto.
Intitolargli un ponte è stato un gesto giusto e significativo. Quel ponte non è solo una struttura, ma un simbolo potente: un collegamento tra passato e futuro, un passaggio verso nuovi traguardi. Come Cerruti ha saputo unire tradizione e innovazione, cultura e modernità, così quel ponte rappresenta la continuità e la crescita di una comunità che guarda avanti senza dimenticare le proprie radici.
Al di là dei soliti commenti negativi sui social, questo è un tributo doveroso a un uomo che ha saputo fondere la moda e il cinema con eleganza e innovazione, portando lustro alla sua terra e alla cultura italiana.
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