Articoli, proclami, hastag, tag,
tifo viscerale e tanta troppa informazione, tra fanzine, webzine e bar sport improvvisati
in cui vince chi la spara più grossa tutti vogliono dire la loro. Nel panorama
giornalistico mentre ci lascia una grande firma come Perrone continua la ridda
di voci incontrollate che animano e popolano l’universo del calcio straparlato.
Dove la partita non è altro che un orpello sportivo che fa da contorno a tutto
il resto. E così i soloni da divano, gli esploratori del risaputo che lo avevano
detto, manco avessero frequentato Coverciano, sono pronti a pontificare su
tutto il calcio minuto per minuto fuori dal campo. Io da buon tifoso, si ho
detto proprio tifoso, del Milan guardo da fuori, sorrido, e non mi angustio più
di tanto, ho seguito una squadra nelle polverose trasferte degli anni settanta
contro team dell’est europeo che rispondevano al nome di Lokomotiv, Dinamo ecc,
ho vissuto delusioni apotropaiche come a Verona, ho goduto del primo Milan di
Silvio e l’apoteosi di Manchester e il delirio di Istanbul. Insomma ho trascorso
una vita da sportivo da divano o da primo anello blu, cercando di non farmi
domande ma solo di tifare a favore e contro (inutile farsi belli dicendo che
non vai allo stadio per tifare contro, lo fai lo fai) e ho sempre percepito
come devi godere con moderazione dei momenti belli e non incazzarti in quelli
in cui non ne azzecchi una. Forse sarà per questo che mi piace la scrittura del
giornalista del Foglio Jack O’Malley che prende in giro il sistema pedatorio, da
par suo, alla stregua di un normale avventore di un pub. Dovremmo tutti
guardarlo questo sport con la stessa attenzione, ne guadagneremmo in salute e
non ci faremmo un fegato grosso così. Per inciso le cinque pere prese dal
Sassuolo non mi hanno fatto piacere ma fanno parte del cerchio della vita, a
volte vinci, a volte perdi ma carpe diem, goditi il momento, anche su un campo
da calcio
martedì 31 gennaio 2023
In fin dei conti è solo una partita
sabato 28 gennaio 2023
Finiscono le trasferte non la sfortuna. A Merate finisce 4 a 2 per i padroni di casa
L’Orange Futsal Asti torna da Merate senza punti
con un'altra prestazione di livello che però non incrementa la classifica. E’
il mantra di questa stagione, per certi versi sfortunata con una serie
incredibile di occasioni in cui il portiere avversario assurge al ruolo di
migliore in campo. Una sorta di dazio che si paga all’altare di una
competizione di livello come quella della serie A2 con fior di squadre che
praticano un futsal che non ha nulla da invidiare alle categorie superiori.
Provare per credere i primi dieci minuti di gioco in cui solo la bravura del
portiere di casa tiene il risultato inchiodato sulle reti inviolate. Anche
Tropiano si distingue per attenzione e preparazione ma nulla può sulla sassata
di Carabellese che gli brucia le mani, La squadra di Morellato ha subito l’occasione
per riscattarsi ma ancora il portiere dei Saints, un nome non a caso respinge d’istinto.
A un minuto dalla fine entrata scomposta di Carabellese che costa al giocatore
di casa l’espulsione diretta. Da Silva pareggia i conti a inizio ripresa e per
un paio di minuti Ramon e compagni sembrano avere la partita in mano l’avversario
è alle corde ma su una ripartenza punizione dal limite e Facundo Shusterman
brucia la rete dell’incolpevole Solaro che nel frattempo ha sostituito il
febbricitante Tropiano. Più Orange che Saints ma i padroni di casa segnano
ancora la terza e la quarta marcatura nel finale Da Silva rimpingua il bottino
per un 4 a 2 finale che lascia, come la trasferta di Aosta l’amaro in bocca.
Ora si torna finalmente a casa e Curallo e compagni hanno bisogno dell’abbraccio
del pubblico per tornare alla vittoria e magari sognare qualche piazzamento più
in alto in fin dei conti la classifica non è ancora pregiudicata
Saints Pagnano – Orange Asti 4 – 2 ( 1 – 0 pt)
venerdì 27 gennaio 2023
il valore della Memoria
Gennaio e febbraio sono i mesi con cui facciamo sempre i
conti con il nostro passato, in questi momenti è tutto un fiorire di immagini, di
frasi ad effetto, di meme tutti dedicati a un passato che si spera non torni mai
più. Poi però magari durante l’anno si diventa più cinici, più egoisti e il
passato con tutte le sue negatività viene lasciato andare. Chiediamo di essere
consapevoli degli errori commessi ma poi li continuiamo a commettere. Non vogliamo
più sentire parlare di guerre e poi a poche centinaia di chilometri da casa il
rombo del cannone, o meglio del drone che semina morte, rimbomba imperterrito.
La storia dell’uomo ci insegna che le aspettative dell’essere umano da 3000
anni a questa parte sono sempre le stesse, cambia solo la tecnologia che usiamo
per vivere, ma le emozioni no, quelle rimangono inalterate. Quando nel gennaio
1942 venne fatta la conferenza di Wannsee nei dintorni di Berlino per
eliminare, si avete capito bene, il problema ebraico, si trovarono attorno a un
tavolo non solo militari e nazisti, ma anche burocrati di governo che non si
posero minimamente il pensiero di dove avrebbero dovuto mandare 11 milioni di
persone, a tanto ammontava il numero delle persone da mortificare, annichilire
e in estrema sintesi ammazzare. L’uomo era diventato un numero su un registro,
su un atto senza alcuna pietà né umanità. Quanta malvagità, quanto orrore. Ecco
perché la memoria collettiva e singola è importante e non deve essere solo
allocata in immagini, ma occorre studiare documenti, libri, informarsi perché nella
coscienza, nella nostra coscienza, rimanga uno strato di memoria e di
conoscenza oltre che di compassione per quelle vittime, perché l’uomo quando
vuole sa essere malvagio e indifferente alla sofferenza altrui. La giornata
della Memoria come quella del Ricordo sono elementi di una storia del passato
in cui l’uomo ha veramente fatto vedere di cosa può essere capace, temi come la
discriminazione razziale, la sopraffazione, l’odio viscerale sono la nostra
parte oscura che non deve essere nascosta ne tanto meno capita, deve rimanere
li appesa come un manifesto a ricordarci di cosa possa essere capace l’uomo, ma
non solo per un giorno ma per sempre, per farci comprendere che la vita di ogni
singola persona è sacra e deve essere rispettata, sempre.
pubblicato su newsbiella
mercoledì 25 gennaio 2023
Orange porta via un punto dal Montfleury
L’Orange futsal Asti viene via
dal Montfleury con un punto che se da un lato fa muovere la classifica dall’altro
viste anche le occasioni mancate sa un po’ di rammarico, una vittoria avrebbe
voluto dire agganciare le posizioni davanti con un occhio di riguardo ai play
off. Ma il campionato è ancora lungo e quindi diverse sono ancora le occasioni
dietro l’angolo. Si tratta della terza trasferta consecutiva e dopo una
sconfitta onorevole e il roboante colpaccio effettuato in Sardegna vede una
trasferta più vicina in valle. L’Aosta a dispetto della sua posizione in classifica
è una squadra tignosa con De Lima a fare da chioccia a una nidiata di giovani
di belle speranze, il palazzetto poi è difficile da affrontare. Il primo tempo
scivola via rapido sullo 0 a 0 nella ripresa fioccano le occasioni per gli
Orange e un pizzico di cinismo in più avrebbe potuto portare i neroarancio in
vantaggio, invece è proprio De lima a mandare avanti i padroni di casa. Da
Silva, ex di turno impatta. I padroni di casa tentano spesso la carta del power
play ma non riescono più a mettere la freccia, lo stesso dicasi per Curallo e
compagni e così sulla ruota della valle esco un pareggio che forse non
accontenta nessuno, ma sabato si torna in pista; il temibile palazzetto di
Merate attende Ramon e compagni
Aosta vs Orange 1 -1 (0 -0 pt)
Marcatori De Lima (A) Da Silva (O)
domenica 22 gennaio 2023
Dopo 80 anni saranno ancora i carri armati a decidere il fronte orientale. Tiger e Leopard vs T34 T80
Il 12 luglio saranno esattamente
80 anni dallo svolgimento della battaglia di Kursk in cui le truppe sovietiche
armate dei loro t34 resistettero alla forza d’urto delle colonne corazzate Wermacht
che tentavano con i loro Tiger di tornare ad avere l’iniziativa sul fronte
orientale. Vinse non la tecnica e la potenza (i tiger erano superiori) ma il numero
dei mezzi di cui disponevano i russi. Infatti nello scontro del 12 luglio si
trovarono di fronte 900 mezzi sovietici contro 300 tedeschi. Alla fine il conto
delle perdite disse 60 tedeschi fuori uso e ben 400 russi. Era il colpo di coda
delle armate tedesche. L’operazione Citadelle che si svolse dal 5 al 19 luglio
del 1943 fece capire ai tedeschi che, si avrebbero potuto avere la meglio sugli
antagonisti ma solo se avessero potuto disporre di numeri infinitamente superiori.
Ora Kursk si trova a poco più di 100 km da confine russo ucraino e da circa 500
dal Donbass e da Kiev. E ancora oggi sui giornali si parla di scontro tra mezzi
corazzati, da parte dell’Europa i Leopard decisamente migliori mentre i russi
dispongono dei T72 o dei T80. Come sempre la differenza la farà la quantità di
risorse messe in campo e come allora sarà uno scontro tra ucraini e russi (all’epoca
i primi militavano nelle forze tedesche) quello che fa specie che dopo 80 anni
sarà ancora una scontro campale e come allora sarà brutale e finirà con l’annientamento
di un avversario quale ???
sabato 21 gennaio 2023
Teatro Sociale fischia Collina senza var
Un arbitro ieratico, istrionico, un personaggio più legato al mondo dello spettacolo che non un classico referee dei tempi che furono quando ai giudici del futsal non era concesso il dono della parola. C’è il tutto esaurito al Teatro Sociale molti gli arbitri presenti, tra cui alcuni in attività internazionale come Chiara Perona, uno dei migliori fischietti del calcio a 5. L’inizio della serata, condotta dal giornalista Alciato, è tutta dedicata alla storia del bolognese di origine e viareggino di adozione; dagli inizi fino ad arrivare alle partite che lo hanno reso celebre come le finali di Coppa del Mondo in Giappone nel 2002 e quella di Champions del 1999 con il rocambolesco sorpasso del Manchester di Beckham ai danni del Bayern Monaco di Oliver Khan. Poi una lunga digressione sul Mondiale in Qatar, gestito da Collina in qualità di Presidente della Commissione Arbitri della Fifa. Nel corso della serata vengono resi evidenti le qualità diplomatiche e dialettiche dell’arbitro che si destreggia in modo brillante al microfono tra ricordi e commenti, compreso il giudizio non espresso nei confronti di Byron Moreno, anche se chiede di rimuovere l’immagine del fischietto sudamericano dal tabellone in cui compare alle sue spalle. Viene poi il tempo delle domande e, a parte una provocatoria sul nubifragio di Perugia, anche questa scansata con estrema maestria, diventa di fatto una lectio magistralis dedicata al mondo arbitrale, tra regole comportamenti, uso della tecnologia e abilità nella gestione del campo. Insomma alla fine con grande capacità riesce a fare sul palco quello che gli riusciva benissimo in campo, gestire la serata prendendosi la scena con un tocco finale di romanticismo per sua moglie. Niente da dire numero uno.
pubblicata su newsbiella
venerdì 20 gennaio 2023
Da Report alla Sentenza settimana orribile ma sono gli unici colpevoli ?
Non proprio una settimana brillante per i colori bianconeri dapprima una puntata di Report dedicata alla società di Torino con il solito scopo quello di demonizzare il mondo del calcio per trovare malfattori e colpevoli e poi la sentenza della FIGC che certifica 15 punti di penalizzazione al team di Allegri. Insomma lontani i tempi dell’Avvocato quella in cui quella squadra era intonsa e intoccabile e rappresentava i dogmi della società perfetta dentro e fuori dal campo. Dopo il Purgatorio della serie B in calce al mondiale tedesco che ci ha visto primeggiare Madama era tornata nell’empireo del movimento 9 scudetti e una serie di coppa, due finali di Champions perse, uno stadio gioiello di proprietà, una serie Amazon a testimoniare la bontà di un movimento insomma tutto sembrava tornato indietro nel tempo. Un po’ di invidia c’era ma a parte Muntari non si poteva certo recriminare. L’operazione Ronaldo è stata di fatto quella che ha scoperchiato il vaso di Pandora, un investimento sbagliato che ha fatto fallire in primis il progetto sportivo, troppo diverso il modulo di gioco, e poi dal punto di vista societario. Uno sprofondo culminato in tre stagioni in cui, come su un piano inclinato, tutto è andato per il verso sbagliato. Adesso la sentenza, a cui forse ne arriveranno altre, che stravolgerà il pianeta bianco nero, con un evidente disparità di trattamento tutta a scapito della società di Torino, una sorta di punizione dantesca senza senso. Senza considerare anche tutti gli strascichi legata alla morte di Vialli e alle ridde di voci su farmaci proibiti. Insomma non proprio un bel periodo per il mondo pedatorio
domenica 15 gennaio 2023
Siamo tutti CT
Il bello del calcio è che quando guardi una partita e tifi per
la tua squadra sei li in adorazione pronto a gioire per il bel gioco o a
smadonnare per un intervento sbagliato o un goal subito e spesso quando il dato
è negativo difficilmente sbotti, a maggior ragione allo stadio, ma anche di
fronte a mega schermi. Ultimamente sta diventando difficile guardare queste
partite da remoto senza aver voglia di menare qualcuno, perché gli allenatori
da tastiera, spesso indolenziti da un uso smodato di alcolici si permettono
commenti ad alta voce in cui gli improbabili dg pensano di saperla più lunga di
un Maldini (ha vinto solo cinque coppe campioni sarà mai) o di allenatori che
svolgono un lavoro certosino ogni maledetta settimana. Ieri con Lecce Milan poi
l’apoteosi, un campo di sè ostico che quando piove o tira vento, e ieri era uno
di quei casi la palla diventa ingovernabile, ma fior di allenatori dicevano la
loro a ogni pie sospinto. E’ la declinazione pessima di un periodo in cui tutti
si sentono autorizzati a dire ciò che pensano, fosse anche una stronzata
galattica e in un periodo in cui fioriscono fior di fanzine più e meno da
tifoso in rete, che mutano opinione con la stessa rapidità con cui si presta
attenzione a qualsiasi cosa passando da esaltazione pura ad adrenalina nera nel
breve volgere di otto secondi, come l’attenzione di un pesce rosso. Se una
squadra in due anni ha vinto un titolo e si trova stabilmente nei quartieri nobili
della classifica vorrà pur dire qualcosa. Se si batte la Lazio domenica
prossima si avrà solo un punto in meno della passata stagione. Acquisti o
cessioni saranno il frutto di uno scouting continuo e soprattutto non tutti riescono
a rendere subito come si vorrebbe. Per cui ognuno faccia il suo mestiere, chi
lavora nel settore continui e chi fa il tifo lo faccia senza pretese di voler
insegnare al mondo l’impossibile, altrimenti l’uomo da bar sarebbe stabilmente
seduto o in panca o in tribuna
sabato 14 gennaio 2023
La Sardegna regala la prima gioia del 23 agli Orange
Una trasferta felice per l’Orange Futsal
Asti che torna a mettere tre punti nella casella delle vittorie lontano dal
Palabrumar. Una partita quasi sempre in controllo con gli uomini di Morellato
avanti in grado di dirigere il gioco e di mettere a frutto delle ripartenze
intelligenti. La partita però la sblocca Guti a metà del primo tempo ma il
vantaggio dei padroni di casa dura solo otto secondi ci pensa Mendes, oggi
tripletta per lui, a ricacciare indietro i sardi e poi a siglare la rete del sorpasso.
La difesa degli Orange è decisa ma è nella ripresa, da sempre il tallone di Achille,
a legittimare il successo con il vantaggio che si dilata fino a chiudersi con
il 7 a 3 finale marchiato Vitellaro, anche lui in rientro. Ci siamo
ricompattati nel periodo festivo. dichiara soddisfatto il dg Caccialupi, e
abbiamo fatto gruppo e se a Verona ci era mancata la fortuna oggi abbiamo messo
a frutto quell’esperienza. Alla Leonardo oggi mancava una pedina fondamentale
come Tidu ma l’Orange è dall’inizio della stagione che ha dovuto far sempre i
conti con assenze pesanti. Adesso continua il giro lontano da Asti Saints e
Aosta che oggi si sono sfidate sono i prossimi incroci per un campionato in cui
Curallo e compagni vogliono dire la loro
Leonardo vs Orange Asti 3 – 7 (1 -2 pt)
Marcatori primo tempo: 8’20” Guti (L) 8’28”
Mendes (o) 10’48“ Mendes (O)
Marcatori Secondo tempo 2’13 aut Ennas (l) 2’45”
Costa (L) 3’27” Mendes (o) 6’45” De Murtas (L) 11’40” Da Silva (o) 14’04
Scavino (O) 19’44” Vitellaro(O)
domenica 8 gennaio 2023
L'onore spetta all'uomo che sta nell'arena
Ha suscitato interesse l’intervento di Luca Vialli prima della finale dell’Europeo in cui ha citato un passo di a Citizen in a Republic il discorso che tenne Theodore Roosvelt alla Sorbona nel 1910, dopo 8 anni in cui era stato il 26 Presidente degli Stati Uniti
(…) Non è il critico che conta, né l’individuo che
indica come l’uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio
un’azione.
L’onore spetta all’uomo che
realmente sta nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal
sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente, perchè non c’è
tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per
raggiungere l’obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione,
che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce
alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che, nella peggiore delle
ipotesi, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza. Dunque il
suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono né la
vittoria, né la sconfitta (…)
Un presidente Roosvelt sicuramente forse non nelle
corde di Vialli, sicuramente più riflessivo, mentre Theodore era il classico
prototipo del cowboy che osava sempre e sfidava la sorte e spingeva in là l’asticella
del valore. La creazione dei rough riders, la guerra ispano americana le varie
crisi di quel periodo furono tutte gestite in modo molto diretto e grintoso, L’epopea
di Roosvelt andò in questa direzione, per lui l’azione e la lotta erano tutto e
per poco da autonomo ai vari partiti non vinse le elezioni presidenziali per la
terza volta spalancando la Presidenza a Woodrow Wilson, avesse vinto lui
probabilmente l’entrata in guerra degli Stati Uniti sul fronte Occidentale
sarebbe stata immediata e il primo conflitto mondiale sarebbe durato forse meno
sabato 7 gennaio 2023
Gli Orange lottano alla pari per 30 minuti contro l'Olimpia Verona, poi prevale l'esperienza degli scaligeri
Partiamo dal fondo, dal risultato
4 a 1 a favore dell’Olimpia Verona sul team di Morellato, questo recita il
tabellino. Se andiamo ad analizzare la partita però abbiamo visto una squadra
compatta determinata che è stata in grado di tenere testa per 30 minuti a
Leleco e compagni, anzi alla fine il migliore in campo è risultato il portiere
scaligero che con parate importanti ha tenuto a galla la squadra di casa che
invece poi ha dilagato nel finale. Più cinici i veneti, mentre sul piano del
gioco e dell’impegno nulla si può dire ci Curallo e compagni. Niente a che
vedere con la brutta prestazione casalinga contro la Domus pre natalizia, oggi lo
spirito orange astigiano era ai massimi livelli, una precisione maggiore sotto
porta avrebbe potuto creare ben altri problemi alla capolista. Ma quello che
conta è lo spirito e la garra con cui si è affrontata la sfida “ i risultati arriveranno”
è il mantra che ripetono siano coach Morellato che il DG Caccialupi è c’è da
credergli, nel primo tempo dopo la rete del portiere di casa su un rilancio è
stato un monologo orange con almeno quattro nitide occasioni. La doppia
ammonizione e conseguente espulsione di Rocha ha poi permesso a Mendes di
impattare a inizio ripresa, ma poi Ortega, Alba e Titon hanno indirizzato la
gara a favore dell’Olimpia, sempre più capolista solitaria. Per gli Orange sabato
prossimo trasferta isolana contro la Leonardo
Olimpia Verona vs Orange Asti 4 –
1 ( 1-0 pt)
Marcatori: Siqueira, Titon, Alba,
Ortega (V) Mendes (O)
mercoledì 4 gennaio 2023
La strada era tracciata bastava seguirla
Il pensiero viene da una delle
ultime puntate dell’Aperitivo Sportivo l’esclusivo confronto settimanale per la
valorizzazione dello sport biellese, quel giorno al microfono, seppur lontano,
Stefano Zavagli, una vita al Forum come giornalista della Stampa al seguito di
Pallacanestro magnificava lo sport Riminese e in particolare il basket fronte mare,
una società che ha fatto dell’azionariato popolare e dell’attaccamento del
territorio come mantra per lo sviluppo del proprio basket. Un esempio virtuoso
che proprio dalle parole di Alberto Cerruti era già emerso dieci anni orsono. Infatti
in una vecchia intervista della stampa ripresa da pianeta basket proprio il
giornalista Zavagli parlando con Cerruti dava l’imprimatur a un’idea che se
fosse stata percorsa avrebbe salvato il basket alle falde del Mucrone. “una
società sportiva è della città e non del singolo… per funzionare Pallacanestro
Biella dovrebbe essere come un mini Barcellona nel calcio, non dieci soci che
mettono 100 ma cento soci che mettono dieci”. Praticamente uno stimolo a un
territorio che invece di guardare alla Luna guarda sempre al dito e che di
fatto ha lasciato perdere occasioni di investimento e di promozione che
avrebbero potuto mantenere e bene nell’elite del basket proprio la nostra
città. L’altro male del territorio in quell’intervista lo enucleava bene proprio
ancora Cerruti, il giocattolo funzionava ma alla fine si rimaneva soli e il mecenate
dopo un po’ non riesce più a far fronte a tutto. Ecco il male sta tutto li, puoi
anche trovare gli imprenditori illuminati ma se poi li lasci da soli la
ricchezza di quel momento si disperde, quando, invece, sarebbe opportuno fare
fronte comune. Biella si è alzata due volte al desco del basket nazionale, la
prima volta per otto anni consecutivi, la seconda per oltre dieci, poi il nulla
e il vuoto. Abbiamo strutture, abbiamo la giusta fame, una terza occasione
capiterà, ne siamo certi, anche se si rimane con l’amaro in bocca guardando oggi
Tortona fare ciò che Biella realizzava non più tardi di dodici anni fa. E
allora se mai ricapiterà teniamo a mente le parole profetiche di Alberto
Cerruti e il lascito che ci ha lasciato
articolo pubblicato su newsbiella
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