domenica 3 luglio 2022

Cancel culture o autodeterminazione: il caso lettone

Oggi sul Corriere in un articolo a firma Imarisio si parla della volontà dei lettoni di cancellare alcuni monumenti simbolo della lotta contro i nazisti nella seconda guerra mondiale ed eretti durante il 50ennio successivo alla fine della stessa. Una lotta cruenta quella nell’est  europeo ma in cui la vulgata è sempre stata quella della gloriosa lotta dei russi/sovietici contro il pericolo nazista. Eppure bisognerebbe analizzare un po’ meglio il contesto. Quando l’operazione Barbarossa prende il via il 22 giugno 1941 le armate della Wermacht all’inizio trovano poca resistenza anche perché il tedesco viene visto come un liberatore non un invasore, l’esercito che invade è composto e sarà anche composto in seguito di una serie multietnica di popoli tutti contro l’Urss, è una questione di sopravvivenza, ucraini e lettoni forniscono in numero crescente soldati per le divisioni delle SS (in quanto non erano reclutati nella Wermacht) ma li in quei battaglioni troviamo anche estoni, belgi, olandesi, croati, albanesi ecc. Questo da la dimensione di una lotta ritenuta sempre a est molto cruenta. Se vogliamo il popolo più bistrattato fu quello polacco (preso a calci sia da Hitler che da Stalin). Certo poi i nazisti esagerarono nei paesi baltici e alla fine ci furono diverse fasce della popolazione che combatterono coi russi ma tornati a governare su quei territori gli stessi non tennero conto delle legittime aspirazioni delle popolazioni locali. Facile quindi ipotizzare che non appena se ne presentasse l’occasione, nel 1991, i lettoni insieme alle altre popolazioni baltiche divennero autonome, e ricordiamo anche le 14 vittime di quella stagione per rivendicare l’indipendenza e che oggi sostituiranno targhe e monumenti di russi esponenti di spicco del secondo conflitto mondiale. Non si può certo parlare di nazificazione o russificazione, molto più semplicemente un popolo che vuole la propria indipendenza e che si trova schiacciato in prima linea. Ricordiamo ancora un fatto la popolazione lettone allo scoppiare della seconda guerra mondiale era di oltre due milioni di abitanti nel 1950 non superava il milione. Ovvio che ci sia tanta tensione in quel teatro di guerra

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