Tutti noi ricordiamo la lettura
della dichiarazione di guerra fatta dal balcone il 10 giugno in cui per stessa
ammissione del capo di governo l’entrata in conflitto era determinata
unicamente per partecipare alle trattative di pace e poi sedersi al tavolo dei
vincitori per spartirsi il ricco bottino. L’italia non era preparata al
conflitto non aveva risorse ne potenza ed era destinata ad andare incontro a sconfitte
umilianti, non aveva una classe dirigente militare preparata in modo adeguato,
quanto alle famose otto milioni di baionette lasciamo perdere. E nella notte
tra l’11 e il 12 giugno 1940, quindi 81 anni fa, la risposta di francesi e
inglesi non si fa attendere e a farne le spese sono 17 civili uccisi in piena
notte dalle bombe lanciata da 9 aerei in missione. Una puntura di spillo si potrà
dire ma questo primo bombardamento segna la perdita dell’innocenza e l’entrata
in guerra della popolazione civile, la prima a pagare un feroce dazio, a
migliaia moriranno poi sotto le bombe alleate, mentre il regime si sgretola
sempre più. E che fa capire agli alleati che il punto debole delle forze dell’Asse
è proprio quell’Italia che sembrava forte e autoritaria. Furono sufficienti 45
minuti dall’1.30 di notte alle 2.15
giovedì 10 giugno 2021
11 giugno 1940 si bombarda Torino
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