Ci risiamo, Repubblica cambia
Direttori ma non impostazione giornalistica, vuole fare riferimenti storici ma
li sbaglia con dovizia di particolari. Apprezzo l’intenzione di guardare al
passato ma non puoi però piegare alle tue esigenze o convenienze. Sempre detto
che alla storia bisogna guardare per trarre utili spunti e riferimenti, le
attività umane sono sempre le stesse, le forme di governo, le relazioni
internazionali, le opere pubbliche, le tasse, le rivoluzioni, gli eventi in tal
senso sono ciclici e quindi trarre utili spunti e riferimenti se non doveroso è
assolutamente utile perché puoi trarre beneficio da quello che qualcuno ha già
sperimentato. Ora sulla questione Risorgimentale su cui punta Scalfari bisogna
fare dei distinguo di non poco conto, al di là del parallelo tra personaggi cui
forse non c’è nemmeno una forte somiglianza fisica e di intenti e non solo di
connotazione politica. L’italia dell’epoca non esisteva, era un’idea, ma l’idea
di combinare le tecnologie e di stringere forte relazioni a uso e vantaggio del
Piemonte fu una chiave di lettura vincente.Si circondava di persone capaci e valide come Dabormida,
Mi nghetti, De Sanctis Cibrario tanto per nominarne alcuni, e in una decina di
anni sovvertì il ruolo del piccolo Stato Sabaudo da sempre cuscinetto delle
beghe europee a potenza sul piano internazionale. Morì giovane e con la frase purtroppo
profetica: fatta l’italia dobbiamo fare gli italiani, proferita secondo molti da Massimo d'Azeglio ma attribuibile a molti politici dell'epoca. Accostare o pensare di
accostare l’opera di un padre della patria, perché così va considerato, all’attuale
Premier il cui unico pregio è stato di rimbalzare tra due alleanze
completamente diverse, senza avere il benchè minimo sussulto e a gestire un’emergenza
non proprio in modo lineare mi sembra un azzardo della peggiore specie e forse
più un anelito di speranza ma all’orizzonte vedo più Custoza che San Martino
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Analisi ineccepibile
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