domenica 3 maggio 2020

Mariposa: Starway to Heaven



La data è quella classica dell’arrivo a Milano 19 anni, belle speranze, università, un mondo nuovo, un nuovo sistema di studio, non più il quotidiano tran tran, ma l’organizzazione di un sistema e nel frattempo tempo libero per visitare la metropoli tentacolare. Piazza Firenze, il 12, via Larga, il Chiostro, via Carducci, le prime mete e anche lo struscio di Corso Vittorio. Come un Artemio qualsiasi, ma senza il poderoso Landini, memoria di un passato bucolico familiare, il cazzeggio in giro era un atto dovuto tra le lezioni della Cicalese alle 8.30 in stanza 106 e quella di storia moderna nel tardo pomeriggio. E allora il mondo della musica si apriva ai sogni, ai titoli improponibili, ai concerti a cui si vagheggiava di partecipare e si passava del tempo a guardare le copertine dei vinili, dei bootleg, e di tutto quello che faceva musica e spettacolo. E se la pubblicità martellante diceva che i gini dovevano tornare a Biella (tutta colpa di Aiazzone) al sottoscritto piaceva il mezzanino della metro del Duomo che per me era la Starway to Heaven. Oggi ho scoperto che quel negozio, dopo quello di Porta Romana chiude. Peccato è un pezzo di storia e, nulla è per sempre, ma almeno abbiamo sognato  

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