venerdì 27 dicembre 2019

Il Milanese che divenne imperatore pagando 25.000 sesterzi



Se in passato avevamo parlato di Pertinace come il piemontese di Alba che cercò di combattere la corruzione a Roma alla morte dell’imperatore Commodo ma non riuscì nell’intento e ci lasciò la pelle. Agli onori della cronaca, ultimamente, è balzato l’imperatore Didio Giuliano che comprò la carica per 25.000 sesterzi e rimase in sella anche lui per soli tre mesi. Se il II secolo dopo Cristo era stato agli albori quello della massima espansione di Roma, l’opulenza e la forza di quel periodo crollò miseramente alla morte di uno dei suoi imperatori più riconosciuti il filosofo Marco Aurelio. La corruzione e il ladrocinio regnavano sovrane, si faceva strada comprando cariche onorifiche, che però era un must di Roma, all’epoca chi governava lo faceva perché o era di famiglia di censo, e si comprava il cursus, oppure attraverso il bottino di guerra. E non fu da meno anche il successore che creò la dinastia dei Severi e che non esitò a sbarazzarsi di senatori a lui ostili, ammazzandoli e mettendone di più fedeli alla propria linea. Insomma denaro corruzione e politica la facevano da padroni nella più profonda era imperiale di Roma

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