Uliveto si o no. Sinceramente non
è un dibattito che mi appassiona. Tutto in Italia si sta trasferendo su un
campo quello della tifoseria da stadio a favore e contro una tesi che non va a
favore di nessuno. Ogni singolo problema è trattato come se fosse la
discussione su un rigore o presunto tale che può decidere un campionato.
Insomma diceva bene il buon Winston Churchill, l’italiano affronta la guerra
come se fosse un partita di pallone e una partita di pallone come fosse una
guerra. La perfida Albione aveva già capito quello che è il nostro status, dei
fantastici e brillanti improvvisatori su tutto e soprattutto gente che non
prende impegni. La sfida della pallavolo è diventata così la sfida tra razzisti
e non solo per il fatto che ci sono giocatrici che hanno una provenienza e un’origine
diversa ma che in realtà sono italianissime.
Per il sottoscritto non esiste
nessuna distinzione cromatica sono giocatrici italiane e punto e alcune le ho
anche viste giocare nei campionati minori, atlete di rara potenza e di bellezza
da vedere sul campo. Trascinarle in una disputa è di quanto più stucchevole.
Detto questo non si può non sottolineare che l’italiano sia anche campione di
uno sport in cui non è secondo a nessuno: leccare il fondoschiena al potente di
turno. Lo facciamo da secoli, per ingraziarci il potente del momento cerchiamo
la sua approvazione. Che il Ministro dell’interno sia r…… lo sanno anche le
pietre, ha puntato la sua campagna e la comunicazione sulla paura del diverso e
così continua, anche se il problema non sussiste e così, chi ha ideato una
campagna pubblicitaria in modo sommesso ha cercato di ingraziarsi il potente di
turno. Come? ma cancellando l’atleta scomoda per la propria pigmentazione ???
si è scatenata la solita rissa, magari cercata anche come momento di pubblicità
indotta (preferivo il buondì motta con la bambina e l’asteroide – che ci
meritiamo). Chi pianifica una campagna lo fa curando anche i minimi dettagli - suvvia
i grafici erano soprappensiero ???? ma chi vogliono prendere in giro. Anche Leni
Riefensthal quando doveva riprendere zio Adolf alle Olimpiadi tagliò scene con
Jesse Owens chissà come mai. Bevete quel che volete ma per favore non il
cervello.
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