martedì 17 aprile 2018

Uscita a vuoto



Il calcio si sa non è una scienza esatta altrimenti mercoledì scorso dalla torcida del Santiago Bernabeu ne sarebbe uscita vincitrice la Juventus, autrice di una prova suntuosa in grado di annichilire l’ex corazzata di Zidane. Certe squadre come i blancos incutono più timore di quello che esercitano in pratica, l’assenza di Ramos, un vero campione di provocazione in campo faceva il resto e così all’andata aveva regolato la squadra di Venaria. Detto ciò fa male quando prendi una rete al 92, ne sappiamo qualcosa anche noi, anche su rigore non solare, ma ci sta è il gioco del pallone. Facendo un parallelismo la famosa finale del 2005 persa contro il Liverpool ( e sfido i tifosi juventini a dire che non avevano provato gioia – il tifo contro  in Italia ma anche all’estero è uno dei requisiti essenziali del tifo) dal Milan lasciò lo stesso amaro in bocca, una squadra che subimmo per soli 6 minuti e poi una serie di sfortune assommabili decretò l’infausto epilogo. Poi ti riprendi e magari hai migliore occasione in futuro o per lo meno ci riprovi. Invece le esternazioni di Buffon, uomo che dovrebbe essere di sport, alla fine lasciano veramente l’amaro in bocca. Si prende atto anche quando va male e poi si lotta subito dopo per altri traguardi, tacciare di malafede la terna e far infuocare i tifosi con quelle dichiarazioni gli avrà fatto guadagnare consensi tra gli ultrà ma come uomo di sport ne esce a pezzi. Esigere rispetto per la storia e la tradizione non è sport, così come non era sport la dichiarazione post rete, non convalidata di Muntari. Due pesi e due misure a seconda del proprio tornaconto, insomma il classico italiano, un futuro in politica è quanto mai scontato a questo punto

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