martedì 30 maggio 2017

Il calcio è un gioco (da professare responsabilmente)

foto tratta da GOAL.COM


Non vorrei fare un tottilegio ma a mio modo di vedere i peana celebrati per la dipartita romana del pupone nazionale mi sono sembrati un po’ eccessivi. Certo la festa è stata giusta e ci mancherebbe, in un mondo dove i vessilli non contano più, la fedeltà, peraltro remunerata, nei confronti di un lavoro fa specie. Un mondo dove tutto si consuma in un attimo e bandiere e atti d’amore che sembravano infiniti vengono messi alla berlina dopo poco. Una festa che doveva rimanere circoscritta al suo cerchio famigliare, la Roma, e che doveva finire tributandogli il giusto omaggio. Ero a San Siro il giorno in cui Maldini finì la sue esperienza rossonera e comprendo e ho vissuto quelle emozioni, giuste e di passione.  Non necessariamente da far diventare un fenomeno sociale, anche perché, lo stesso Francesco Nazionale è da tempo e con lui altri grandi pedatori (Ronaldo su tutti) testimonial pubblicitario di una piaga nazionale come quella del gioco (lotto ecc). Nelle pubblicità il capitano gioca in modo impareggiabile sulla sua simpatia ma diventa di fatto un esempio da non imitare. Hai voglia di dire gioca responsabilmente ma quante sono le persone che possono rovinarsi giocando compulsivamente a lotterie ecc. Lui la fortuna l’ha toccata e percepita facendo quello che sapeva fare meglio, per cui Francè parliamo di calcio  

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