venerdì 5 maggio 2017

Il Sando è una famiglia e sono orgoglioso di farne parte #forzaragazzi


Quando a luglio ho cominciato a seguire il Sandomenico, non avrei pensato che il colore gialloverde mi entrasse così repentinamente nel sangue. Certo lo sport è un buon veicolo comunicativo, la parte atletica ha la sua predominanza, ma il raccontare le storie di uomini, la passione di un percorso; alle volte ti avviluppa e ti porta a viverle in prima persona. Ricordo la prima trasferta in quel di Quattordio, in coppa contro la Santostefanese, un risultato rotondo e forse anche inaspettato. La vicinanza con Nicola che illuminava sui nomi, ancora sconosciuti all’epoca, degli attori in campo, e la sua bonaria pazienza nel darmi cifre e ritratti. E poi a poco a poco, risultati e partite, partite e incontri e sei entrato nel mondo del Sandomenico. Un mondo fatto di passione, di gruppo, di professionalità ma cordiale. I ramarri è l’epiteto a cui sono accostati, ma è la storia quella che appassiona, la volontà di un gruppo che si palesa ogni maledetta domenica. E così son venute anche le trasferte a Torino contro Atletico e Lucento. L’odore acre della salciccia che impregnava il campo dell’Atletico aveva un sapore bellissimo come la rete realizzata da Ligotti al sette. Una storia positiva che ha avuto un interruzione ad aprile, ci sta’, non può sempre essere tutto perfetto, il finale thrilling fa parte della vita e dello sport, ma una cosa non è mai mancata, l’incoraggiamento, la passione e la voglia di fare bene, sia in tribuna che in campo. Le difficoltà si superano se si fa parte di una famiglia e di un progetto. Ecco a distanza di mesi, posso dire che anch’io mi sento parte di questa famiglia, del progetto e della voglia di stare insieme e alla domenica la voglia è quella di andare verso il campo, l’età non consente sgroppate sulla fascia come Azzalin e Sasso, ma l’attenzione del cronista e dell’appassionato è li a Rocchetta. L’emozione più forte ? quella di aver letto in trasferta i nomi dei ragazzi in campo, con la passione che ci mette lo speaker del mio Milan a San Siro. La gioia più grande ? quella deve ancora venire e saremo li a festeggiare insieme con Gigi Beppe Matteo e Andrea, in tribuna come sul campo perché ormai il gialloverde è tatuato sulla mia pelle. 

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