Quando a luglio ho cominciato a
seguire il Sandomenico, non avrei pensato che il colore gialloverde mi entrasse
così repentinamente nel sangue. Certo lo sport è un buon veicolo comunicativo,
la parte atletica ha la sua predominanza, ma il raccontare le storie di uomini,
la passione di un percorso; alle volte ti avviluppa e ti porta a viverle in
prima persona. Ricordo la prima trasferta in quel di Quattordio, in coppa
contro la Santostefanese, un risultato rotondo e forse anche inaspettato. La
vicinanza con Nicola che illuminava sui nomi, ancora sconosciuti all’epoca,
degli attori in campo, e la sua bonaria pazienza nel darmi cifre e ritratti. E
poi a poco a poco, risultati e partite, partite e incontri e sei entrato nel
mondo del Sandomenico. Un mondo fatto di passione, di gruppo, di
professionalità ma cordiale. I ramarri è l’epiteto a cui sono accostati, ma è
la storia quella che appassiona, la volontà di un gruppo che si palesa ogni
maledetta domenica. E così son venute anche le trasferte a Torino contro
Atletico e Lucento. L’odore acre della salciccia che impregnava il campo dell’Atletico
aveva un sapore bellissimo come la rete realizzata da Ligotti al sette. Una
storia positiva che ha avuto un interruzione ad aprile, ci sta’, non può sempre
essere tutto perfetto, il finale thrilling fa parte della vita e dello sport,
ma una cosa non è mai mancata, l’incoraggiamento, la passione e la voglia di
fare bene, sia in tribuna che in campo. Le difficoltà si superano se si fa
parte di una famiglia e di un progetto. Ecco a distanza di mesi, posso dire che
anch’io mi sento parte di questa famiglia, del progetto e della voglia di stare
insieme e alla domenica la voglia è quella di andare verso il campo, l’età non
consente sgroppate sulla fascia come Azzalin e Sasso, ma l’attenzione del
cronista e dell’appassionato è li a Rocchetta. L’emozione più forte ? quella di
aver letto in trasferta i nomi dei ragazzi in campo, con la passione che ci
mette lo speaker del mio Milan a San Siro. La gioia più grande ? quella deve ancora
venire e saremo li a festeggiare insieme con Gigi Beppe Matteo e Andrea, in
tribuna come sul campo perché ormai il gialloverde è tatuato sulla mia pelle.
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