L’alzata di scudi da parte di
alcune persone di area di centrosinistra contro l’attuale segretario Matteo
Renzi colpevole di voler stravolgere i vecchi ritmi della politica sono ingenerose
e anche un po’ autolesionistiche. A Renzi viene imputata qualsiasi bruttura e
ogni nefandezza, colpevole, a detta di queste persone di non rispettare le
regole, di voler fare troppo autoritarismo e di allontanare le persone dalla
politica. Critiche a mio parere ingenerose, se la gente non va a votare per le
primarie per il segretario regionale (ma perché allora i bersaniani hanno
voluto scinderle da quelle per il segretario nazionale, come erano sempre state
fatte in passato) la colpa è di Matteo. Se c’è disaffezione per la politica
attiva (ma chi ha fatto questa politica negli ultimi vent’anni) la colpa è di
Matteo. Qualunque problema attivo o passivo nella vita politica economica,
amministrativa è sempre da ascrivere al fiorentino. E’ la vecchia retorica di
una parte del Partito Democratico che ha sempre mal sopportato la fusione,
qualcuno direbbe a freddo, tra le componenti ex Ds e ex Margherita e, finché i
gran capi erano appannaggio di una certa area, tutto andava bene – nel senso che i voti che
prendevano dall’area moderata di centro erano utili. Nel momento in cui sono diventati
minoranza all’interno di un partito, e questo può capitare, allora a
pontificare contro la maggioranza in virtù di un modo di far politica antico e
ormai superato dagli eventi. Certo anche a me ha lasciato stupito il cambio della guardia anomalo a Palazzo Chigi,
di una maggioranza di per se già anomala per via di un sistema elettorale
quanto mai farraginoso e inattuale, ma tra il tirare a campare dell’ex
Presidente Letta e un certo decisionismo, per ora dichiarato, da parte di
Renzi, io prediligo il secondo. Sono stato testimone attivo della
manifestazione dei commercianti e degli artigiani a Roma, ho raccolto le storie
di decine di realtà completamente differenti che chiedono due sole cose: uno
stato equo, giusto e non vessatorio e rapidità e velocità nel contrastare i
problemi, questi sono i temi che dovrebbero essere cari a tutti i partiti. Le rendite
di posizione, lo status quo non appartengono né devono essere tenuti in considerazione
dal Partito Democratico, se alcuni amici ritengono che il futuro debba stare in
un fantomatico rassemblement a sinistra a tutela di chi ??? del lavoro (si ma
quale ?); di un economia a sostegno dei più deboli ? (si ma spieghino come ?);
lo facciano, ma oltre al rischio di essere un po’ fuori dalla storia rischiano
di comportarsi come quei giapponesi rimasti per anni a combattere nelle giungla
del Pacifico nonostante la guerra fosse finita da un pezzo.
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Solitamente preferisco non parlare di politica, la mia esperienza attiva risale a più di 15 anni fa; non andavo a votare alle politiche dal 1996, l'ho fatto lo scorso anno e ho votato il PD. Non mi ritengo di sinistra, nel senso che non condivido alcune prese di posizione che qulcuno riterrebbe "ideologiche" (anche se a mio giudizio la caduta delle ideologie ha reso il mondo più povero nello spirito e lo ha lasciato totalmente in balia dell'elemento economico), sono antifascista e credo nella democrazia e nella libertà (a patto che non prevarichi quella degli altri); comunque ho votato il PD perchè non avrei sopportato un'altra quinquennio berlusconiano: è andata come è andata.
RispondiEliminaHo seguito con interesse le proposte che Renzi ha portato avanti, anche se mi è sempre parso eccessivamente ottimista sulle possibilità di realizzare il suo programma. Apprezzavo la sua volontà di sconfiggere l'avversario nelle urne, dimostrando di essere in grado di mettere in campo un modello alternativo (anzi, un modello e basta, perchè quello berlusconiano non può definirsi tale). Quello che è avvenuto negli ultimi giorni non mi ha perciò convinto: condivido l'affermazione che il governo Letta fosse ormai paralizzato (peraltro quando si è mosso lo ha fatto in maniera confusa e deleteria, si veda la vicenda penosa dell'IMU, penosa non perchè qualcuno ha dovuto pagare una piccola percentuale della seconda rata, bensì perchè si è deciso di eliminare una fonte di gettito che, "costringendo" a pagare anche quelli che riuscivano in altri campi a eludere o evadere il fisco, garantiva risorse per altri interventi come il taglio del costo del lavoro) ma avrei preferito un ritorno alle urne dopo aver approvato una nuova legge elettorale (o ripristinato la legge Mattarella, con buona pace dei sostenitori delle preferenze che dimenticano il pronunciamento in merito degli italiani nel referendum del 1993). Matteo Renzi avrebbe avuto la possibilità di mettere in campo la sua energia e illustrare la sua visione, riuscendo probabilmente ad ottenere la fiducia degli italiani. Adesso si trova a dover trattare con una maggioranza composita, che difficilmente gli permetterà di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Detto questo, mi auguro di sbagliare, perchè in gioco c'è il futuro dei nostri figli (nel mio caso, delle mie figlie).
(Mi scuso per la lunga riflessione, ma come ho detto non ho mai occasione di parlare pubblicamente di politica e ho voluto approfittare dell'occasione).