Definizione di Fascismo:
In generale per Fascismo si intende un sistema di dominazione autoritario caratterizzato: dal monopolio della rappresentanza politica da parte di un partito unico di massa gerarchicamente organizzato; da un ideologia fondata sul culto del capo, sull’esaltazione della collettività nazionale e sul disprezzo dei valori dell’individualismo liberale; sull’ideale della collaborazione tra le classi in contrapposizione frontale al socialismo, e al comunismo, nell’ambito di un ordinamento di tipo corporativo; da obiettivi di espansione imperialistica perseguiti in nome della lotta delle nazioni povere contro le potenze plutocratiche; dalla mobilitazione delle masse e dal loro inquadramento in organizzazioni miranti a una socializzazione politica pianificata funzionale al regime. Dall’annientamento delle opposizioni attraverso l’uso di violenza terroristica; da un apparato di propaganda fondato sul controllo delle informazioni e dei mezzi di comunicazione di massa, da un accresciuto dirigismo statale nell’ambito di un economia che rimane fondamentalmente privatistica; dal tentativo di integrare nelle strutture di controllo del partito o dello Stato secondo una logica totalitaria l’insieme dei rapporti economici sociali politici e culturali
Ho scelto come testo quello di Norberto Bobbio perché ritengo che fuori di ogni enfasi dipinga in modo perfetto quello che è stato uno dei ventenni più brutti d’Italia piegati al culto di un capo, molto teatrale e poco pratico. Se non lo avete mai fatto leggete da vigilare e da perquisire dell’Istituto Storico di Varallo. Vi troverete l’elenco dei sovversivi biellesi valsesiani e vercellesi e di come questi venissero pedinati seguiti e venisse annotato tutto ciò che facevano in dispregio delle più elementari norme di libertà personale. Questo il tanto declamato e purtroppo giustificato buonismo del periodo fascista. Bisognerebbe chiederlo a coloro che rimasero al confino per vent’anni, a Matteotti, a Carlo e Nello Rosselli uccisi e insieme a loro centinaia di altri antifascisti che avevano avuto l’ardire di pensarla in modo differente. Alle migliaia di italiani mandati a morire in giro per il mondo per una guerra assurda, alle migliaia di ebrei italiani mandati nei campi di concentramento e a una fine certa, ai lutti civili e militari perpetrati in tutte le montagne del Nord, contro coloro che lottavano per liberarci dal giogo nazi fascista. Tutte queste vittime meritano rispetto e non devono cadere vittime dell’oblio a favore di chi vuole riscrivere una storia che ha già condannato questo passato
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