Un evento lungo come un film ma
forse meglio dire come una partita di calcio, si partiva da zero a zero ma
forse era meglio dire che era il ritorno di una partita di coppa in cui il
vincitore del primo turno doveva difendere il risultato acquisito. Lo sfidante
più a suo agio, ma non è una bestemmia dire questo, nel mondo televisivo, ha
giocato una partita aperta attaccando il giusto, proponendo un sistema diverso,
dando, a mio parere dignità al partito democratico, un partito che deve saper
crescere prima al suo interno e poi quando è forte può confrontarsi con il
territorio esterno. Molte critiche ha ricevuto per aver detto che qualche
errore lo abbiamo fatto in passato, non credo di tratti di un errore semmai è
vero il contrario, analizzare a volte le sconfitte capire e imparare dai propri
errori non è così deleterio. Dalla ceneri e da momenti negativi è possibile
risollevarsi solo se si fa autocritica e si riconoscono debolezze e negatività.
Negli ultimi vent’anni sette anni abbiamo governato noi, non tutto
probabilmente è filato liscio. Chi vive il proprio ruolo politico come una
sorta di messia, che si considera incriticabile, che solo quello che abbiamo
realizzato è giusto, potrà governare alla fine forse, ma troverà ostacoli
invalicabili e probabilmente non riuscirà a portare a termine il suo incarico.
Cercherà colpe e giustificazioni e tornerà allo spirito del 1998 e del 2008 e
si chiederà dove abbiamo sbagliato. Errare è umano ma perseverare è diabolico.
Animati da un sacro furore agonistico si perde di vista quello che è il bene
comune. Spiace ancora di più dopo il dibattito di ieri sera in cui si è una vista una dialettica politica
e un doppio modo di esprimerla. Le primarie feste della politica si sono
trasformate in un gioco di supporter e di tifosi, più adatto a una curva che
non a un rispettabile gioco delle parti. L’avversario politico e anche i suoi
supporter dipinti come il nemico da abbattere, come gli alfieri negativi di un
mondo buio, nessuna indicazione sui temi solo il confronto tra negazione e
positività, tra bianco e nero, tra giusto e ingiusto, in cui la verità e
l’assoluto stanno solo da una parte. Alla fine probabilmente questo gioco
porterà alla vittoria di un candidato, ma sarà una vittoria di Pirro, avrà
spezzato un equilibrio politico interno avrà delegittimato una parte del suo
elettorato sacrificandolo sull’altare del governo ma a che prezzo. Vincerà
anche le elezioni generali ma saprà governare con tali pasdaran o alla prima
difficoltà cederà al litigio e all’ingovernabilità ?
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