Isandlwana
22 gennaio 1879 la peggiore sconfitta britannica in ambito coloniale seconda
solo a quella patita dall’Italia ad Adua il primo marzo 1896. Isandlwana rappresentò una delle
maggiori vittorie riportate da un esercito indigeno dell’Africa contro una forza
coloniale europea e come sempre aver sottovalutato la forza dell’avversario
portò a un disastro che sollevò feroci contestazioni di piazza. Ma a differenza
dell’Italia dove si cambiavano i generali sconfitti questo non avvenne tra gli
inglesi che con calma seppero trovare le controindicazioni e di fatto vinsero
la guerra contro gli Zulu in pochi mesi. In Italia Baratieri a capo delle
truppe Adua, venne processato e lo stesso incolpò dell’onta della sconfitta i
propri uomini, vili secondo il generale. Gli italiani ci misero 40 anni a
chiudere la partita con gli etiopi mentre gli inglesi in pochi mesi
sovvertirono l’esito e di fatto si ritrovarono padroni dell’Africa meridionale
anche se sull’orizzonte si stagliava il problema boero.
domenica 21 gennaio 2024
Isandlwana l'Adua degli Inglesi in Africa
il derby va all'Isola
Non basta
il cuore per aver ragione in un derby spigoloso, alla fine il tabellone recita
un 3 a 2 per la squadra dell’Isola più cinica nello sfruttare le occasioni
avute. Pubblico numeroso quello che assiepa le tribune del Palabrumar, la posta
in palio è di tre punti per due squadre che si trovano sui fondali della
classifica, anche se Isola è reduce da due belle prestazioni e altrettante
vittorie. E sono gli ospiti a partire forte premendo sotto gli ordini di un
Tabbia che dalla panchina detta i ritmi. Ancora una volta è Piazza ad aprire le
danze, ma gli Orange non si scompongono e con pazienza ricuciono il gap con un
suntuoso Ibra, Un tiro libero sembra aprire e schiudere le porte ai padroni di
casa, ma Frezzato – a proposito che partita sia lui che Zanchetta oggi – ipnotizza
il Leone del Tanaro e il primo tempo si chiude sull 1 a 1. Ripresa che vede
subito il forcing degli uomini di Tabbia ma è un super Ibra che svernicia il
sette alla sinistra di Frezzato. Il vantaggio mette le ali sull’entusiasmo degli
Orange, ma con calma e pazienza e con un Frezzato nelle vesti di power play permette
all’isola di pareggiare con Licco lesto a riprendere una corta respinta di Zanchetta.
Quando tutto sembra incanalato su un pareggio sostanzialmente giusto Itria
trova dal cilindro un tiro velenoso che finisce in rete nell’angolino basso. E’
il sorpasso. Curallo e compagni ci provano anche rischiando di prendere il quarto
ma il risultato non cambia più
domenica 14 gennaio 2024
Coatit 13/14 gennaio 1895 l'antipasto di Adua
Il 13/14 gennaio del 1895 si combatte per la supremazia in Africa tra
Etiopia ed Eritrea, Baratieri, all’epoca comandante delle truppe coloniali vince
uno scontro ma scatena la reazione dei vari Ras al comando di Menelik. Certo la
guerra in Africa ha sempre avuto il suo fascino e soprattutto le sue spine.
Come gli altri popoli europei le nostre vittorie e le sconfitte, cocenti, perché
non si poteva perdere contro quelli che erano definiti “selvaggi” ma che in
realtà non lo erano proprio. Una figura importante fu quella di Antonio
Baldissera militare che presto servizi e incarichi nell’esercito austriaco,
meritandosi la lode in quel di Custoza, ma all’epoca era contro gli italiani,
nel cui esercito entrò dopo la terza guerra di indipendenza, per poi dedicarsi
alle campagne nel corno d’Africa. Come tutti i graduati italiani fu vittima di
gelosie e proprio nel prendere il posto di Baratieri in Africa, il suo
predecessore incappò nella battaglia di Adua senza aspettare il cambio del
comando. Toccò poi a Baldissera a ricomporre i cocci della sconfitta. Per chi
si affaccia al Museo degli Alpini di Biella c’è una sezione che riguarda le
guerre coloniali e non ci sono solo i cannoni che spararono, e male, ad Adua
(vale la pena di osservarli e si può comprendere perché nonostante un numero
imprecisato di quei cannoni disponibili non si sia arrestata la moltitudine di
guerrieri di Menelik) ma anche una serie di reperti in aramaico (spade – shotel
– libri – frustino e così via).
Si lotta fino all'ultimo ma prevale Rovereto
Si sa nello sport quello che conta è l’impegno e la determinazione ma i
risultati sono poi quelli che designano la stagione. A Rovereto è andata in
scena un'altra bella prova dei giovanissimi Orange che hanno tenuto dietro di
se i locali per quasi 37 minuti, praticamente l’intera partita che solo il
power play usato dal mister trentino nei cinque minuti finali ha capovolto l’esito
dell’incontro per un 3 a 2 finale che lascia l’amaro in bocca per un risultato
sfuggito all’ultimo. Un primo tempo sempre in vantaggio con i padroni di casa
che acciuffano il pari solo al tramonto della prima frazione di gioco su rigore,
e una seconda frazione anche in questo caso con la squadra in vantaggio e che non
ha concretizzato alcune azioni per portarsi a distanza di sicurezza. Alla
prossima si torna in casa: attenzione e grinta queste le armi a disposizione di
mister Patanè
Rovereto vs Orange 3 - 2 (1-1 pt)
domenica 7 gennaio 2024
Le idi di gennaio: metafora di un nuovo inizio (Rubicone e non solo)
Due gli eventi che hanno
contraddistinto la storia romana nel mese di gennaio, la congiura di Catalina
del 62 e la relativa battaglia sulle colline dell’appenino pistoiese nel 62
a.c. e il passaggio del Rubicone appena 13 anni dopo nel 49. Nell’antichità
darsi battaglia in un mese freddo non era consono, soprattutto per l’Antica
Roma, ma quella che si stava affacciando era l’impero con cambiamenti
repentini. Cicerone ci ha lasciato ampia documentazione sulla sua
contrapposizione contro Catilina, il suo quo usque tandem abutere patientia
nostra è stato uno dei mantra delle traduzioni al Liceo. La verità ciceroniana
però non ha dato altrettanto eco alla voce degli sconfitti, anche perché, in
quel periodo, se perdevi, la damnatio memoria, era la condanna definitiva.
Cicerone poi che non ebbe altrettanta fortuna vent’anni dopo e permise ad
Antonio di vendicarsi. Ma si sa le fortune sono effimere un giorno sugli altari
e un giorno sulla polvere. Nel 49 invece Giulio Cesare, a cui venne intimato di
tornare a Roma per riferire sulle sue posizioni ma di farlo senza disporre del
proprio esercito che avrebbe dovuto aspettarlo sulla riva opposta del fiume, la
XIII, attraversò con lui e la storia della repubblica cambiò per sempre (alea jacta est). Se
vogliamo il passaggio del fiume può essere una sorta di metafora della vita, a
volte bisogna osare, non aspettare, e attaccare quando si è pronti, detto e
fatto a gennaio ha un sapore diverso e bene augurante
Contro la Capolista un Orange per nulla arrendevole
I ragazzini terribili di Patanè tornano dal Friuli con zero
punti ma con la consapevolezza nel girone di ritorno di potersela giocare con
tutti. Contro una squadra costruita per vincere il girone A di serie A2 e
meritatamente in vetta hanno tenuto in scacco per più di un tempo la compagine
friulana. Il vantaggio di Merlo da calcio d’angolo è stato difeso a lungo e all’intervallo
il punteggio recitava un 3 a 2 che non faceva vedere tanta differenza tra le due
squadre in campo. Nella ripresa poi l’allungo del Maccan che andava sul 5 a 2,
risultato ritoccato da Ibra per il 5 a 3 finale con un gruppo a cui mancavano
lo squalificato Scavino e due infortunati di peso come capitan Curallo e
Vitellaro. Dopo la fatica di sabato, ben
9 ore di viaggio tra andata e ritorno, diversi giocatori sono scesi nuovamente in
campo oggi con l’Under 19 che ha portato a casa una vittoria in rimonta contro
la CDM. Il girone d’andata finisce ma non la grinta fin dalla prossima partita
in trasferta contro Rovereto all’andata sconfitta da Curallo e soci.
il Copy
Mi ha lasciato perplesso un
articolo che ho letto a proposito della causa intentata dal Golden Boy, al secolo
Gianni Rivera, contro il Museo di San Siro per aver messo in vetrina alcuni
gadget, presunti, dedicati alla vita del profeta rossonero. L’ex Abatino, o
Gianni Lacrima, come lo chiamavano quelli del Toro, così mi aveva raccontato il
ds Bonetto, lamenta il pagamento di royalties legate alle sue attività. La Cassazione
ha emesso sentenza contraria e Rivera ha dichiarato di volersi appellare alla
corte europea. Detto che di questo Museo a San Siro non l’ho mai visitato,
estendendo la mia permanenza solo ed esclusivamente alle partite, se fanno
vedere le glorie del passato, anche con cimeli del tempo che fu, che male c’è.
Rivera appartiene al pantheon di un passato glorioso, perfino vaticinato da
Abantuono in Eccezzziunale veramente, voler monetizzare il tutto mi sembra
inglorioso per una stella della grandezza di Gianni Rivera, ma tant’è. Aveva un
genio smisurato in campo, capace di vedere praterie dove gli altri vedevano un
piccolo sentiero, fuori dal campo invece il carattere lo frenò e parecchio.
Andare a San Siro ed entrare in contatto con la storia beh vale la pena e
sentire il profumo di quelle storie calcistiche arricchisce non soltanto chi
eventualmente monetizza gli ingressi ma anche chi ne fa parte.
Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine
Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...
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