domenica 7 gennaio 2024

Le idi di gennaio: metafora di un nuovo inizio (Rubicone e non solo)

Due gli eventi che hanno contraddistinto la storia romana nel mese di gennaio, la congiura di Catalina del 62 e la relativa battaglia sulle colline dell’appenino pistoiese nel 62 a.c. e il passaggio del Rubicone appena 13 anni dopo nel 49. Nell’antichità darsi battaglia in un mese freddo non era consono, soprattutto per l’Antica Roma, ma quella che si stava affacciando era l’impero con cambiamenti repentini. Cicerone ci ha lasciato ampia documentazione sulla sua contrapposizione contro Catilina, il suo quo usque tandem abutere patientia nostra è stato uno dei mantra delle traduzioni al Liceo. La verità ciceroniana però non ha dato altrettanto eco alla voce degli sconfitti, anche perché, in quel periodo, se perdevi, la damnatio memoria, era la condanna definitiva. Cicerone poi che non ebbe altrettanta fortuna vent’anni dopo e permise ad Antonio di vendicarsi. Ma si sa le fortune sono effimere un giorno sugli altari e un giorno sulla polvere. Nel 49 invece Giulio Cesare, a cui venne intimato di tornare a Roma per riferire sulle sue posizioni ma di farlo senza disporre del proprio esercito che avrebbe dovuto aspettarlo sulla riva opposta del fiume, la XIII, attraversò con lui e la storia della repubblica cambiò per sempre (alea jacta est). Se vogliamo il passaggio del fiume può essere una sorta di metafora della vita, a volte bisogna osare, non aspettare, e attaccare quando si è pronti, detto e fatto a gennaio ha un sapore diverso e bene augurante

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