domenica 20 agosto 2023

Carletto

Carletto Mazzone al secolo il sor magara ci ha lasciato all’alba del campionato di calcio 23/24 proprio nel sabato che preannuncia la stagione ed è stato tutto un profluvio di ricordi e di buone intenzione di un calcio che, anche nel periodo dei petrodollari, cerca sempre un immagine rustica e agreste, perché quello è il football che noi boomer amiamo ricordare di più: il calcio degli oratori delle cunette in mezzo al campo dell’erba alta, dei contrasti senza parastinchi e dei giochi infiniti (si va ai dieci e tu che sei scarso vai in porta). Poi però conta vincere, non importa come, quanto si spende con società ai limiti del fallimento per inseguire avversari che investono sempre più, in cui l’attaccamento alla maglia e alle bandiere è del tutto scomparso. Non è un inno al calcio che fu, lontano da me questa immagine. Ma è il solito rituale il predicare bene e il razzolare male. Persone come Carletto oggi non sarebbero capite nel mondo pedatorio, ecco perché invece la sua sana irruenza, la sua bonomia e il suo essere tifoso acchiappano tutti. C’è nostalgia di quel tempo in cui il politicamente corretto non esisteva proprio a fiiji de na mignotta persino il Pep l’ha capito sfoggiando una maglia celebrativa alla fine di Manchester – Newcastle.

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