Non vuol essere una presa per i fondelli ma la
definizione di un ruolo all’interno della pugna gladiatoria che, pater dixit,
il giocatore di tennis serbo rappresenterebbe. La ribellione alle regole (ma
sei uno sportivo ne dovresti essere avvezzo, altrimenti perché questa assurda
regola del doppio fallo sul servizio, il gioco inizia quando la palla è in
gioco se non riesci è perché magari, c’è stato un evento esterno che ha
condizionato, il vento, uno spettatore maleducato, sicuramente un socio italico,
oppure un raccattapalle inadeguato)
sembra sia diventato lo sport nazionale, in cui il nome o il marchio è sinonimo
di permesso a fare ciò che si vuole (il vecchio mantra del Marchese del Grillo).
E così il buon Nole, secondo i dettami di famiglia, è diventato prima Spartaco
(l’alfiere della scuola di Battiato di Capua, e il prode trace che ha
maramaldeggiato contro le truppe romane guidate da Marco Licinio Crasso - lui
si che aveva un conto in banca di sesterzi al pari del buon Nole) e poi
addirittura Gesù. Va da sé che i paragoni e gli accostamenti storici trovano sempre
il tempo che trovano e che oramai è una gara a trovare il corrispettivo storico
che più piace (è ancora nella memoria collettiva la marcia per Novara con i
vestiti della shoah, o il tristo paragone con il processo di Norimberga del
1945 o l’accostamento con una massima di Cicerone, avvocato, politico, scrittore
e oratore romano vissuto due millenni orsono) però non bisogna abusarne e se i
bisogni dell’uomo non mutano da secoli a questa parte, la tecnologia e il
progresso dovrebbero darci una mano a superare le difficoltà che di volta in
volta si parano di fronte. Verrebbe da chiedersi se l’illuminato imperatore
Marco Aurelio, avesse avuto una medicina migliore come avrebbe affrontato la
peste antonina del 165 d.c., di origine cinese (ma guarda) e che decimò la
popolazione dell’epoca uccidendo 30 milioni di persone (un’enormità per il
tempo) e che il medico Galeno descrisse nel suo Methodus Medendii. Le scarse conoscenze
in quel campo fecero si che molti si affidassero alla magia o alle divinità.
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