“Ora noi o risorgiamo come
squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino
alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo
rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso
la luce”. Uso queta frase storica di Tony d’Amato quando arringa la sua
squadra negli spogliatoi prima della partita decisiva e mi viene in mente la
banda Pioli, la loro spensieratezza e il Var, rigorosamente Irrati, pronto a
tagliare le ambizioni e i sogni della banda rossonera. Questioni di centimetri
ieri per Salemakers, rete mezz’ora dopo annullata, oppure Castilejo contro il
Parma anche li per questione di millimetri. Fa sorridere pensare che siamo
passati dai famosi centimetri, li erano parecchi di più di Turone, al mezzo
metro di Muntari, con il compassato Gigi nazionale pronto a dire che lui anche
se ne fosse accorto (bugiardo) non l’avrebbe mai detto (grande esempio di
sportività ma all’epoca non era ancora sommerso dai fruttini sugli spalti) alla
tecnologia spinta che di fatto snatura il gioco stesso del pallone. Beninteso giusto
il Var ma dovrebbe intervenire nei casi più eclatanti e non vivisezionare ogni
singola azione. Ma tra i soloni dei commentatori la perla è stata quella di
Leao colpevole di aver buggerato il povero arbitro Mariani partendo a cento all’ora
al fischio d’inizio. E anche li fiumi di parole quando ogni rigore che si batte
in campionato dovrebbe essere ripetuto svariate volte per il medesimo motivo. Insomma
la tecnologia che avrebbe dovuto azzerare le discussioni le amplifica all’ennesima
potenza gonfiano webzine e giornali di grido; e così da un popolo di arbitri
siamo diventati un popolo di operatori di ripresa, ogni maledetta domenica caro
d’Amato
lunedì 21 dicembre 2020
Video Assistant Referee ogni maledetta domenica
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