martedì 15 dicembre 2020

Noi che abbiamo visto all'opera lo Squalo

Per chi come il sottoscritto ha coltivato illusioni e delusioni negli anni migliori della propria gioventù a tema calcistico un personaggio come Jeo Jordan, lo squalo rappresenta una vera e propria icona. Una stella al declino di Rivera, già capotribuno in campo a dettare il primo dei suoi comizi e poi la paperona di Albertosi col Porto in casa e il calcio scommesse che aprì il baratro della serie B e di Milan Cavese. Ma al cuore non si comanda e così al ritorno in A quella della disgraziata stagione che culminò con quella sporca faccenda tra Napoli e Genoa tornammo all’inferno, ma in quella stagione quella del rientro mentre i nomi altisonanti degli stranieri prendevano altri lidi a noi toccò in sorte proprio lo scozzese. Un tipo simpatico con un sorriso simile se non peggiore a quello del nemico di 007 proprio The JAWS. Il nostro non era propriamente un calcio fisico ma con quel gruppo debole il parente di braveheart si fece notare ben poco e così alla fine tornò con la squadra a riconquistare la serie A passando da campi improbabili come il Brianteo, mitica la sua doppietta con Serena passando per la Sambenedettese. All’epoca ci si accontentava di poco, il mundialito, il calcio su canale 5, era un Milan pane e salame, per lo champagne avremmo dovuto poi aspettare il lambrusco di Sacchi, ma chi ha passato il tifo alla radiolina di quel periodo porta nel cuore un pezzo di storia  

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