Era il 1980 il Milan stava conducendo
un campionato dignitoso dopo aver vinto la Stella nell’anno domini 1979 e, pur, con l’eliminazione da parte del Porto nella vecchia Coppa dei Campioni era
nelle posizioni di vertice. A Sanremo approdarono quattro giovanotti svedesi
all’apice della carriera canora: Anni Frid Lyngstad, Agneta Faltskog, Bjorn
Ulvaeus e Benny Andersson al secolo gli ABBA forti del loro successo Gimme
Gimme Gimme. Ora, a distanza di 41 anni, un'altra icona svedese scenderà dalle
gloriose scale dell’Ariston, non sappiamo se si esibirà in qualche lirica
modello Claudio Villa ( Binario triste e solitario ……) ma, di certo, ha più
dimestichezza con mosse di taekwondo e di palleggio che di gorgheggi. Stiamo
parlando dell’influencer calcistico e uomo di marketing, oltre che atleta
highlander, che risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic. Ospite fisso a un
festival canoro credo che sia tutto sommato una sorta di record superando in
questo persino quel Ronaldo che abita in collina a Torino. Sinceramente non mi
immagino quali tipo di spazi possa occupare al festival ma, di sicuro, incuriosisce pensarlo in compagnia di un Achille Lauro. L’unica cosa che mi fa
sorridere è leggere che la società avrebbe avallato tale partecipazione inserendo, probabilmente, persino una postilla nel contratto ?? Sorrido anche a pensare allo spogliatoio a San
Siro in cui, dopo Pioli is on fire (la canteranno a Sanremo ?? ), magari qualcuno
intonerà altri motivetti orecchiabili tra Orietta Berti, Irama, Annalisa e Bugo.
Cazzo guardi Sanremo? direi proprio di si
martedì 29 dicembre 2020
Dopo gli Abba Zlatan perchè Sanremo è Sanremo
domenica 27 dicembre 2020
Ricostruiamo la Storia che disse Cavour dell'ingresso di Garibaldi a Napoli nel 1869 ????
Non si è ancora spenta l’eco
della petizione su Salviamo Rai Storia (forse era meglio salviamo la Storia
dalla Rai) che la tv pubblica ci ha deliziato di una perla quanto meno curiosa.
In un gioco a quiz una domanda sul padre della patria nato a Torino il 10
agosto 1861 è stato chiesto a un concorrente cosa avesse detto a proposito dell’ingresso
di Garibaldi a Napoli nel 1869 ??????? Beh se la storia non è un’opinione di
sicuro non disse nulla, a meno che qualcuno non avesse estrapolato una frase da
una seduta spiritica in quanto l’esimio Conte spirò nel 1861 a compimento dell’unità
d’Italia, probabilmente il riferimento era al settembre del 1860 non certo il
1869 quando effettivamente nella campagna contro i Borboni l’eroe dei due mondi
entrò trionfalmente a Napoli. Quello che lascia stupiti è che una trasmissione
sicuramente di grande seguito e con uno stuolo di scrittori e autori di testi
si perda su date e citazioni storiche famose, basterebbe anche un breve accesso
a wikipedia senza strafare. Invece la materia che se conosciuta può far trarre
benefici a tutti, conoscere il passato per vivere meglio il proprio futuro,
ancora una volta è reietta e trattata in malo modo. Eppure Angela, Barbero
hanno sicuramente stimolato una fruizione migliore, possibile che non se sappia
cogliere il senso ?
lunedì 21 dicembre 2020
Video Assistant Referee ogni maledetta domenica
“Ora noi o risorgiamo come
squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino
alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo
rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso
la luce”. Uso queta frase storica di Tony d’Amato quando arringa la sua
squadra negli spogliatoi prima della partita decisiva e mi viene in mente la
banda Pioli, la loro spensieratezza e il Var, rigorosamente Irrati, pronto a
tagliare le ambizioni e i sogni della banda rossonera. Questioni di centimetri
ieri per Salemakers, rete mezz’ora dopo annullata, oppure Castilejo contro il
Parma anche li per questione di millimetri. Fa sorridere pensare che siamo
passati dai famosi centimetri, li erano parecchi di più di Turone, al mezzo
metro di Muntari, con il compassato Gigi nazionale pronto a dire che lui anche
se ne fosse accorto (bugiardo) non l’avrebbe mai detto (grande esempio di
sportività ma all’epoca non era ancora sommerso dai fruttini sugli spalti) alla
tecnologia spinta che di fatto snatura il gioco stesso del pallone. Beninteso giusto
il Var ma dovrebbe intervenire nei casi più eclatanti e non vivisezionare ogni
singola azione. Ma tra i soloni dei commentatori la perla è stata quella di
Leao colpevole di aver buggerato il povero arbitro Mariani partendo a cento all’ora
al fischio d’inizio. E anche li fiumi di parole quando ogni rigore che si batte
in campionato dovrebbe essere ripetuto svariate volte per il medesimo motivo. Insomma
la tecnologia che avrebbe dovuto azzerare le discussioni le amplifica all’ennesima
potenza gonfiano webzine e giornali di grido; e così da un popolo di arbitri
siamo diventati un popolo di operatori di ripresa, ogni maledetta domenica caro
d’Amato
domenica 20 dicembre 2020
El Cid in tv
La storia è quella della reconquista spagnola, il Cid campione o campeador è il pretesto per l’ennesima serie televisiva di origini storiche. Spolverate di inganni e di tradimenti, di amori corrisposti o meno è la storia dei primi passi di quello che diventerà un simbolo e una leggenda nelle guerre fratricide spagnole per il possesso della penisola iberica, dopo il mille, in cui spesso i cristiani combattevano fra di loro e qualche volta usavano i moriscos come sponda per i loro interessi personali. Cinque puntate bevute tutte d’un fiato, tutto sommato godibili anche se di una lentezza esasperante. Pochi i fatti d’armi e più giocata sul carattere psicologico dei vari personaggi. Come già il precedente dedicato ad Armino sono serie utili per far parlare della storia e del passato e per far intravedere come di fatto sia possibile attualizzare lo studio o per le meno incuriosire su fatti successi centinaia di anni prima. Il riferimento a quanto successo è decisamente migliore rispetto a serie immaginifiche stile il Trono di Spade rimane solo il cruccio che in Italia non ci sia produzioni dedicate alla storia. Un esempio su tutti, si conosce la storia dei soldati Ryan, salvarne uno dopo che era morti tutti i suoi fratelli, ebbene un soldato Ryan italiano, ma nella prima guerra mondiale è esistito davvero, o come non ricordare ad esempio visto che è il periodo dell’anno l’incursione, riuscita, degli italiani nel porto di Alessandria con l’affondamento della Queen Elisabeth, oppure ancora la storia dell’Amba Alagi con la strenua difesa dell’acrocoro Etiopico da parte del Duca Amedeo d’Aosta. Potremo fare la fortuna delle piattaforme televisive chissà che prima o poi qualcuno ci pensi
martedì 15 dicembre 2020
Noi che abbiamo visto all'opera lo Squalo
Per
chi come il sottoscritto ha coltivato illusioni e delusioni negli anni migliori
della propria gioventù a tema calcistico un personaggio come Jeo Jordan, lo
squalo rappresenta una vera e propria icona. Una stella al declino di Rivera,
già capotribuno in campo a dettare il primo dei suoi comizi e poi la paperona
di Albertosi col Porto in casa e il calcio scommesse che aprì il baratro della
serie B e di Milan Cavese. Ma al cuore non si comanda e così al ritorno in A
quella della disgraziata stagione che culminò con quella sporca faccenda tra
Napoli e Genoa tornammo all’inferno, ma in quella stagione quella del rientro
mentre i nomi altisonanti degli stranieri prendevano altri lidi a noi toccò in
sorte proprio lo scozzese. Un tipo simpatico con un sorriso simile se non
peggiore a quello del nemico di 007 proprio The JAWS. Il nostro non era
propriamente un calcio fisico ma con quel gruppo debole il parente di braveheart
si fece notare ben poco e così alla fine tornò con la squadra a riconquistare
la serie A passando da campi improbabili come il Brianteo, mitica la sua
doppietta con Serena passando per la Sambenedettese. All’epoca ci si accontentava
di poco, il mundialito, il calcio su canale 5, era un Milan pane e salame, per
lo champagne avremmo dovuto poi aspettare il lambrusco di Sacchi, ma chi ha
passato il tifo alla radiolina di quel periodo porta nel cuore un pezzo di
storia
Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine
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