domenica 9 febbraio 2020

Un piemontese doc Silvio Pellico

Il 31 gennaio del 1854 muore a Torino Silvio Pellico, Poeta e patriota piemontese era nato a Saluzzo dal commerciante piemontese Onorato Pellico e da Margherita Tournier. Dopo i primi studi a Pinerolo in seguito al fallimento dell’attività paterna Silvio prima si recò a Torino poi andò in Francia a Lione per imparare meglio l’attività commerciale, ma qui, invece di aumentare le competenze di vendita, si dedicò agli studi classici. In seguito seguì la famiglia a Milano nel 1809 dove si trasferì al seguito del padre, che aveva trovato lavoro nel pubblico impiego. Nella città lombarda frequentò Vincenzo Monti e Ugo Foscolo con cui strinse un sodalizio culturale scrivendo tragedie. La sua Francesca da Rimini venne rappresentata proprio a Milano nell’agosto del 1815. L’anno dopo si trasferì ad Arluno dove divenne precettore dei figli del conte Porro Lambertenghi. Ma la cultura era la sua passione e con Romagnosi, Berchet e Confalonieri partecipò a circoli in cui si sviluppavano idee risorgimentali. Entrò nella setta segreta dei Federati e venne catturato dalla Polizia austriaca, tradotto in carcere a Venezia subì il processo e venne condannato a morte, pena poi tramutata in carcere duro per 15 anni nella fortezza austriaca dello Spielberg in Moravia. Qui rimase nove anni in detenzione e scrisse nella fortezza il suo memoriale: “le mie prigioni” un lavoro che è diventato poi una sorta di memorandum per il periodo risorgimentale e come ammise anche quella vecchia volpe del cancelliere austriaco Metternich le memorie ebbero grande presa tra il pubblico non solo irredentista. Nel 1830 tornò alla sua vecchia passione, le arti e la scrittura di tragedie. Venne assunto dai Marchesi di Barolo e nel Palazzo di Torino rimase fino alla sua dipartita. Carlo Alberto di Savoia nel 1838 lo gratificò con una pensione annua di 600 lire. Nel Palazzo in cui esalò l’ultimo respiro venne poi affissa una targa dal contenuto vago e anche inquietante: “Silvio Pellico abitò questo palazzo molti anni e ivi morì il 31 gennaio 1854 per decreto del Comune” senza scomodare nessun dietrologo possiamo concordare che la sua morte fu naturale e non intervennero fattori esterni, Metternich, non aveva più alcun potere fin dal 1848.

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