domenica 4 novembre 2018

Nonno Beppe festeggiamola insieme


Caro Nonno mi chiedo oggi a cent’anni esatti dalla tua gioventù, dalle tue speranze e dalla tua voglia di combattere per un Italia migliore cosa ne penseresti delle tue azioni se rapportate ad oggi e come tu rileggeresti le tue azioni dell’epoca. Il ricordo della mia infanzia era quello di un nonno che non amava ricordare quel periodo. Troppi amici morti, troppa sofferenza vista troppo patimento, me lo avevi fatto intendere. Per te ogni giorno sulla terra in più era un dono. Tu che aborrivi gli esaltati, quelli che urlavano a favore della guerra, ma poi forse erano gli ultimi a lanciarsi dal terrapieno, quando andava bene. Tu socialista non certo guerrafondaio ma che hai fatto il tuo dovere. Per te il Piave era la frontiera da difendere a ogni costo perché, la fattoria, la tua terra era minacciata da quegli austriaci che il trisnonno aveva già contrastato decine di anni prima. La guerra non era la soluzione era una necessità. 

L’hai subita sia la prima che la seconda ma sempre con grande dignità e a testa alta. Una decorazione perchè avevi preso in ricognizione decine di prigionieri con due commilitoni, ma non ne hai mai fatto vanto. Un grado raggiunto per la qualità del tuo essere come sempre e come avresti poi fatto anche in futuro, di essere al servizio. Comandante di plotone, poi del casello, poi amministratore pubblico. Per te il 4 novembre era la fine di un periodo e ostentavi la medaglia celebrativa e ti fregiavi di un titolo Cavaliere di Vittorio Veneto, ottenuto in ritardo solo perché non ritrovavi più il foglio del congedo, ma quel titolo era una medaglia da tenere sul petto gonfiato non per retorica militare ma perché avevi contribuito alla crescita del paese. Grazie nonno e buon anniversario  

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