2064 anni fa moriva assassinato
Gneo Pompeo e con lui finiva tragicamente il triumvirato di uomini forti che
aveva retto Roma nel primo secolo Avanti Cristo. Pompeo, Cesare e Crasso di
fatto trascinarono Roma al limite dell’impero, uomini di cultura, abili
strateghi militari e potenti. Pompeo che era diventato generale ai tempi di
Silla nella guerra civile, Crasso che aveva debellato la rivolta di Spartaco e
Cesare che aveva portato in dote la Francia. Era la Roma giovane non ancora consumata
dall’impero e della grandezza infinita. Era la Roma più sincera, in cui i
potenti si facevano la guerra ma si rispettavano tra di loro. Cesare pianse
quando fu ucciso Pompeo, forse presagendo anche la sua fine in quello scontro
civile che segui a Roma, Ma la figura più controversa dei tre fu Marco Licinio
Crasso. Uomo ricchissimo con un patrimonio di 170 milioni di sesterzi che
Forbes stimo nel 2008 pari a un miliardo di euro odierni. la sua fine non fu
gloriosa sconfitto dai parti a Carre venne ucciso e decapitato, le sue legioni
che non disponevano di una cavalleria agile come quella dei parti furono messe
in rotta
giovedì 27 settembre 2018
lunedì 24 settembre 2018
il cancro un dono ?? No grazie
Il cancro è un dono. Non voglio
giudicare, non devo giudicare, ma questa frase mi suona un po’ come un cazzotto
nello stomaco. Per chi ha vissuto a lungo condividendo questa brutta bestia
diventa difficile accettare un’affermazione come il claim di un libro forse di
successo. La malattia è sempre personale, l’ottimismo ci deve essere, ma ognuno
la vive a modo proprio, e anche la spettacolarizzazione è un elemento che non
riesco ad accettare. I viaggi in ospedale, le analisi, le sedute di chemio, di
radio, ognuno vive la malattia in modo diverso. La speranza c’è ma il vortice
di emozioni che ti prende è soggettivo e spesso lo sconforto ti prende. Siamo un
numero in fondo a una cartella, siamo esperimenti per vedere se la cura è giusta
e ogni corpo reagisce come può. Non credo che comprerei mai il libro della
giornalista delle jene. Mi rimane il ricordo del vissuto, le prime analisi, lo
sconforto, le cadute e le ricadute e le speranze di un miracolo purtroppo non avvenuto.
Il cancro un dono?? No grazie se proprio devo scegliere vorrei altri regali
mercoledì 12 settembre 2018
Operazione Quercia Mors organizza ed esegue e Skorzeny raccoglie gli onori
L’operazione Quercia per la
liberazione di Mussolini fu voluta da Hitler per permettere all’alleato di
tornare in pista. Mussolini si trovava a Campo Imperatore sul Gran Sasso
scortato da diversi militari ma di sicuro non da feroci carcerieri, l’otto
settembre e il caos susseguente avevano creato un turbinio di ordini e di
gerarchie non rispettate su cui i tedeschi ebbero buon gioco.
Skorzeny fu il
militare, anzi delle SS, che si gloriò per l’impresa e fece di tutto per
attribuirsi il merito, in realtà il maggiore Mors non comandò affatto il solo
reparto secondario che occupò la stazione della funivia di Assergi per
l'impresa della liberazione di Mussolini, ma fu l'ideatore del
piano d'assalto a Campo Imperatore e il comandante responsabile dell'intero
reparto protagonista dell'impresa.
Come sempre accade, la lingua più veloce e la
predisposizione per la teatralità (anche quello di pilotare il veicolo
che portò via il Duce dalla sua prigione) venne sfruttata da Otto per fini personali.
Ma non fu l’unica impresa, anche il rapimento del figlio del Comandate Horthy è
ascrivibile a Skorzeny. E così il corpulento SS ebbe onori e gloria, non solo sotto
Hitler, ma anche in seguito, mentre il povero maggiore Mors fini per fare l’insegnante
di ballo a Ulma
sabato 8 settembre 2018
8 settembre .... la vocazione commerciale dell'Italia
Oggi come 75 anni la vocazione
commerciale dell’Italia aiutò ad uscire da un momento difficile…. Comincia così,
con un’uscita decisamente infelice e quanto mai ignorante, il discorso del
Presidente del Consiglio Conte a Bari, in una giornata amara che segnò come
spesso accade quando le decisioni sono poco chiare il destino di uomini e donne
del nostro paese e consegnò il periodo post Mussoliniano ad un suolo diviso in
tre fasce e che avrebbe portato ancor a tanti lutti e tragedie nel nostro
paese. Spesso abbiamo avuto una classe dirigente non all’altezza e proprio nel
settembre 1943 ad un’uscita dalla guerra quanto mai giusta, atteggiamenti e
tentennamenti vari fecero fare all’Italia figure barbine e costarono migliaia
di morti. Roma poteva essere liberata già l’otto settembre e la dignità del
nostro popolo provata da vent’anni di menzogna ne sarebbe uscita rinfrancata.
Badoglio, come già in passato non fu all’altezza, lo stesso dicasi della famiglia
reale. E così in una confusione sovrana pagarono i più deboli, un esercito che
mantenne in molti casi un sussulto di dignità e Cefalonia è li a ricordarcelo. In
fin dei conti noi riusciamo a essere migliori delle persone che ci governano;
il guaio è che non impariamo mai
mercoledì 5 settembre 2018
Lo schiaffo di Tunisi (1881). Un Deja Vu
Francia e Italia che lottano per la supremazia di un pezzo d’Africa
??? già fatto nel 1868 L’Italia allora cercava la sua quarta sponda in Africa e
la trova nella Tunisia, la vecchia Cartagine con quel suo approdo in mezzo al Mediterraneo
faceva gola a tanti L’Italia era in pole
position, la Francia, poco dopo, subisce la disfatta del 1870 per opera dei
tedeschi e di fatto l’Italia che ha appena riconquistato Roma cerca di acquisire
potenza e rispetto. Ma la Francia post napoleonica ha altre mire e ambizioni e
nel 1881 interviene militarmente instaurando un protettorato in Tunisia, sottraendola
così alla sfera d’influenza italiana. Un bel pacco che porterà l’Italia ad
andare tra le braccia dei tedeschi e degli austriaci con la Triplice Alleanza.
Le commesse perse in quel periodo non si contano e il neo stato Italiano dovrà
aspettare la crisi dell’Impero ottomano e il 1911 per affacciarsi nell’altra
regione libera, ma molto problematica per la presenza di numerose tribù sempre
in lotta tra di loro, la Libia con tutto quello che ne consegue. La Libia non è
la Tunisia è un coacervo di tribù non un popolo. Ora la storia di ripete e si
rischia la frizione e la contrapposizione con la Francia per il protettorato
sulla Libia, all’epoca benedetto Cairoli presidente del Consiglio ci rimise il
posto per non aver saputo prevenire e mediare, lo stesso per Conte ora ??
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