giovedì 27 settembre 2018

Marco Licinio Crasso il triumviro che aveva un patrimonio di un miliardo di euro



2064 anni fa moriva assassinato Gneo Pompeo e con lui finiva tragicamente il triumvirato di uomini forti che aveva retto Roma nel primo secolo Avanti Cristo. Pompeo, Cesare e Crasso di fatto trascinarono Roma al limite dell’impero, uomini di cultura, abili strateghi militari e potenti. Pompeo che era diventato generale ai tempi di Silla nella guerra civile, Crasso che aveva debellato la rivolta di Spartaco e Cesare che aveva portato in dote la Francia. Era la Roma giovane non ancora consumata dall’impero e della grandezza infinita. Era la Roma più sincera, in cui i potenti si facevano la guerra ma si rispettavano tra di loro. Cesare pianse quando fu ucciso Pompeo, forse presagendo anche la sua fine in quello scontro civile che segui a Roma, Ma la figura più controversa dei tre fu Marco Licinio Crasso. Uomo ricchissimo con un patrimonio di 170 milioni di sesterzi che Forbes stimo nel 2008 pari a un miliardo di euro odierni. la sua fine non fu gloriosa sconfitto dai parti a Carre venne ucciso e decapitato, le sue legioni che non disponevano di una cavalleria agile come quella dei parti furono messe in rotta   

lunedì 24 settembre 2018

il cancro un dono ?? No grazie


Il cancro è un dono. Non voglio giudicare, non devo giudicare, ma questa frase mi suona un po’ come un cazzotto nello stomaco. Per chi ha vissuto a lungo condividendo questa brutta bestia diventa difficile accettare un’affermazione come il claim di un libro forse di successo. La malattia è sempre personale, l’ottimismo ci deve essere, ma ognuno la vive a modo proprio, e anche la spettacolarizzazione è un elemento che non riesco ad accettare. I viaggi in ospedale, le analisi, le sedute di chemio, di radio, ognuno vive la malattia in modo diverso. La speranza c’è ma il vortice di emozioni che ti prende è soggettivo e spesso lo sconforto ti prende. Siamo un numero in fondo a una cartella, siamo esperimenti per vedere se la cura è giusta e ogni corpo reagisce come può. Non credo che comprerei mai il libro della giornalista delle jene. Mi rimane il ricordo del vissuto, le prime analisi, lo sconforto, le cadute e le ricadute e le speranze di un miracolo purtroppo non avvenuto. Il cancro un dono?? No grazie se proprio devo scegliere vorrei altri regali

mercoledì 12 settembre 2018

Operazione Quercia Mors organizza ed esegue e Skorzeny raccoglie gli onori



L’operazione Quercia per la liberazione di Mussolini fu voluta da Hitler per permettere all’alleato di tornare in pista. Mussolini si trovava a Campo Imperatore sul Gran Sasso scortato da diversi militari ma di sicuro non da feroci carcerieri, l’otto settembre e il caos susseguente avevano creato un turbinio di ordini e di gerarchie non rispettate su cui i tedeschi ebbero buon gioco. 

Skorzeny fu il militare, anzi delle SS, che si gloriò per l’impresa e fece di tutto per attribuirsi il merito, in realtà il maggiore Mors non comandò affatto il solo reparto secondario che occupò la stazione della funivia di Assergi per l'impresa della liberazione di Mussolini, ma fu l'ideatore del piano d'assalto a Campo Imperatore e il comandante responsabile dell'intero reparto protagonista dell'impresa. 

Come sempre accade, la lingua più veloce e la predisposizione per la teatralità (anche quello di pilotare il veicolo che portò via il Duce dalla sua prigione) venne sfruttata da Otto per fini personali. Ma non fu l’unica impresa, anche il rapimento del figlio del Comandate Horthy è ascrivibile a Skorzeny. E così il corpulento SS ebbe onori e gloria, non solo sotto Hitler, ma anche in seguito, mentre il povero maggiore Mors fini per fare l’insegnante di ballo a Ulma

sabato 8 settembre 2018

8 settembre .... la vocazione commerciale dell'Italia


Oggi come 75 anni la vocazione commerciale dell’Italia aiutò ad uscire da un momento difficile…. Comincia così, con un’uscita decisamente infelice e quanto mai ignorante, il discorso del Presidente del Consiglio Conte a Bari, in una giornata amara che segnò come spesso accade quando le decisioni sono poco chiare il destino di uomini e donne del nostro paese e consegnò il periodo post Mussoliniano ad un suolo diviso in tre fasce e che avrebbe portato ancor a tanti lutti e tragedie nel nostro paese. Spesso abbiamo avuto una classe dirigente non all’altezza e proprio nel settembre 1943 ad un’uscita dalla guerra quanto mai giusta, atteggiamenti e tentennamenti vari fecero fare all’Italia figure barbine e costarono migliaia di morti. Roma poteva essere liberata già l’otto settembre e la dignità del nostro popolo provata da vent’anni di menzogna ne sarebbe uscita rinfrancata. Badoglio, come già in passato non fu all’altezza, lo stesso dicasi della famiglia reale. E così in una confusione sovrana pagarono i più deboli, un esercito che mantenne in molti casi un sussulto di dignità e Cefalonia è li a ricordarcelo. In fin dei conti noi riusciamo a essere migliori delle persone che ci governano; il guaio è che non impariamo mai

mercoledì 5 settembre 2018

Lo schiaffo di Tunisi (1881). Un Deja Vu



Francia e Italia che lottano per la supremazia di un pezzo d’Africa ??? già fatto nel 1868 L’Italia allora cercava la sua quarta sponda in Africa e la trova nella Tunisia, la vecchia Cartagine con quel suo approdo in mezzo al Mediterraneo faceva gola a tanti  L’Italia era in pole position, la Francia, poco dopo, subisce la disfatta del 1870 per opera dei tedeschi e di fatto l’Italia che ha appena riconquistato Roma cerca di acquisire potenza e rispetto. Ma la Francia post napoleonica ha altre mire e ambizioni e nel 1881 interviene militarmente instaurando un protettorato in Tunisia, sottraendola così alla sfera d’influenza italiana. Un bel pacco che porterà l’Italia ad andare tra le braccia dei tedeschi e degli austriaci con la Triplice Alleanza. Le commesse perse in quel periodo non si contano e il neo stato Italiano dovrà aspettare la crisi dell’Impero ottomano e il 1911 per affacciarsi nell’altra regione libera, ma molto problematica per la presenza di numerose tribù sempre in lotta tra di loro, la Libia con tutto quello che ne consegue. La Libia non è la Tunisia è un coacervo di tribù non un popolo. Ora la storia di ripete e si rischia la frizione e la contrapposizione con la Francia per il protettorato sulla Libia, all’epoca benedetto Cairoli presidente del Consiglio ci rimise il posto per non aver saputo prevenire e mediare, lo stesso per Conte ora ??

Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine

  Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...