Il 19 dicembre 1916 termina il
più grande carnaio d’Europa, quando le questioni venivano decise non a tavolino
ma sui campi di battaglia, quando la grande Bertha aveva un potere dissuasivo
enorme altro che la Merkel. Stiamo parlando di Verdun, milioni di uomini
coinvolti e la disputa di pochi metri di trincea da uno schieramento all’altro.
Milioni di proiettili sparati, un terreno arato in continuazione da bombe e shrapnel.
Più di seicentomila morti in entrambi gli schieramenti per una battaglia durata
nove mesi. Forti persi e ripresi in settimane a prezzi indicibili. Milioni di
pallottole sparate e centinaia di migliaia di litri di rhum e cognac consumati
a fiumi perché puoi anche avere il coraggio ma a volte andando all’assalto era
meglio farlo instupidito altrimenti non lo avresti mai fatto. Di fatto una
battaglia che non portò a nessun guadagno territoriale e fu una vittoria
difensiva pagata a carissimo prezzo dai francesi, grazie anche al dispendio di
vite umane inglesi sulle Somme. 37 milioni di colpi di cannone sparati è stata la
più grande concentrazione di artiglieria mai vista fino ad allora. Vi erano
inoltre ben 13 mortai
da 420 mm (le famose grandi bertha e Moser capaci di sparare un
proiettile da oltre una tonnellata), 2 cannoni da marina da 380 mm Langer Max , di lunghissima portata e al sicuro dall'eventuale reazione
francese, 17 mortai austriaci da 305 mm 17
(o "cannoni Beta") e un'enormità di pezzi da 210 mm e 150 mm
a tiro rapido che divennero la quotidianità con cui si confrontarono per quasi
un anno i difensori francesi. Una nuova e micidiale arma fece la sua comparsa
proprio allora: il lanciafiamme. Per non dimenticare.
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