Con il rientro della Salma di
Vittorio Emanuele III si dovrebbe chiudere il cerchio di un periodo storico che
ha segnato fasti e lutti di una nazione giovane come la nostra. Non è il
momento di fare processi alla storia anche perché la dinastia Savoia si
dimostrò debole e fallace soprattutto quando dovette far crescere non tanto la
nazione quanto gli italiani. La celeberrima frase: "fatta l’Italia dobbiamo fare
gli italiani" è li imperitura a segnalarci che noi siamo degli splendidi individualisti,
inventori, sagaci ma proprio non riusciamo mai a diventare popolo coeso e forte
come lo sono state e lo sono tutt’ora altre nazioni, su tutte Francia, Germania
e Inghilterra. Il problema dei Savoia e il rientro delle salme, a parte anche
il pagamento dell’eventuale gasolio degli aerei da Alessandria d’Egitto a Roma
(che facciamo una fattura di scarico merce ??) non mi sembra tale da creare un
principio di lesa maestà. La storia e gli eventi hanno di fatto condannato una
casata che per l’antesignano Carlo Alberto avevano coniato un appellativo inappuntabile:
il re tentenna. Una incapacità cronica di prendere decisioni che portò la
casata a fare cose buone e altre pessime. Dalle leggi fascistissime approvate e
anche quelle razziali assolutamente deprecabili, al fattivo apporto per far
cadere il fascismo e chiedere l’armistizio, salvo poi fuggire in gran fretta a
Brindisi per non essere catturato dai tedeschi. I Savoia hanno rappresentato
quindi uno specchio fedele dell’Italia sempre pronta a non schierarsi mai nel
bene come nel male e forse questo è proprio un icona della nostra personalità.
Non sarò di certo tra coloro che si recheranno a Vicoforte per una visita
pastorale, anche se il Santuario di Vicoforte nel Cuneese merita senza ombra di
dubbio una visita con annessa ascesa alla Cupola, ma rimane un elemento che
potrà portare eventuale beneficio turistico e tanto basta in un paese che purtroppo
ha deciso di realizzare un museo del fascismo a Predappio (Sic.!!!). Se proprio
devo ricordare i Savoia mi piace citare l’esempio del Duca d’Aosta che
resistette agli inglesi all’Amba Alagi nel 1941 e morì in prigionia coi suoi
uomini e Testa ad fer Emanuele Filiberto che sconfisse i francesi a San
Quintino nelle Fiandre nel 1557 e importò in Italia il cioccolato. Ecco questi
gli esempi da ricordare, il resto è storia
domenica 17 dicembre 2017
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