Raramente scrivo in memoriam, credo sia più bello parlare
delle emozioni che lo sport ti regala sul campo o sugli spalti ma faccio un
eccezione per l’amico Marcello Bonetto in ricordo di quel signore del football
che fu suo padre Beppe. L’occasione viene quando con Piemonte Notizie,
programma dedicato alle eccellenze piemontesi, cercammo di realizzare un
servizio dedicato al mondo del pallone visto dalla parte dei procuratori; parliamo
di qualche anno fa, non c’era ancora quella giungla che abbiamo poi visto negli
anni seguenti con gestori dell’immagine e dei servizi, più star degli stessi
loro assistiti. Marcello ci ha aperto le porte del suo ufficio del suo studio e
ci ha presentato un mondo professionistico fatto di cortesia e qualità, permettendoci
anche di intervistare un campione del mondo come il terzino di Juve e Milan
Zambrotta. Li ho visto il tocco di classe di un servizio offerto dalla Ifa
Bonetto che è una sorta di marchio di fabbrica di un modo di gestire persone
che derivava dalla lunga militanza del padre Beppe nel mondo del pallone negli anni sessanta e
settanta. Per chi come me è cresciuto con il Torino di Pulici e Graziani,
Bonetto voleva dire una gestione di una squadra costruita con il vivaio e con
la passione, quella che forse oggi manca a tanti club. Bonetto voleva dire le
sfide tra Juve e Toro degli anni settanta, lo scudetto di Radice, quello perso
nonostante i cinquanta punti due coppe italia di cui una strappata proprio al
Milan. Su quel ricordo pubblico ora un inedito che mi concesse
-Coppa Italia 1971, finale a Genova fra Milan e Torino
(miracolosamente portata ai supplementari ed ai successivi rigori, che allora
potevano essere calciati da un medesimo giocatore), con prima rete realizzata
da Rivera e fallita da Cereser e successivo determinante intervento di quella
"volpe" di Aldo Agroppi (cui spetta tra l'altro il copyright per
l'appellativo di "Gianni lacrima") che prendendo in mano le redini
della situazione e ritardando l'esecuzione con mille scuse, e mille battute,
riuscì ad innervosire Gianni ed a condurre il Toro (con i rigori realizzati da
Sergio Maddè) ad un titolo importante ed insperato.
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