Nella
splendida cornice del Turin Palace Hotel di via Sacchi si è svolta la
celebrazione dei 25 anni dell’Associazione Nazionale Donne nel Turismo. E’
stata questa l’occasione per confermare l’attività di un gruppo di donne,
pioniere nel mondo del turismo nazionale, che hanno avuto la lungimiranza di
scommettere su un settore in un momento in cui non era certo facile (nascita
nel 1992 legate all’organizzazione internazionale IFWTO). Le persone
sono più importanti delle destinazioni, questo il motto che ha contraddistinto
l’operatività e la rete delle donne nel turismo e che è risuonata ancora una
volta forte e chiara nell’incontro celebrativo del Turin Palace. Una voce
condivisa e sostenuta anche dalla presenza di autorità competenti che da sempre
sono state al fianco dell’associazione (Ascom Confcommercio, Regione Piemonte,
Federalberghi, Turismo Torino, Camera di Commercio, Unione Italiana
Consumatori, sezione del Piemonte). Le istituzioni hanno così riconosciuto il
ruolo e la proposta dell’Associazione guidata da Caterina Fioritti (Presidente
Nazionale dal 2001) e che si avvale del supporto di Luisella Morandi
(Governatrice del Piemonte dal 2000 e di Mariangela Minio (tesoriera nazionale).
mercoledì 27 settembre 2017
25 anni di Donne nel Turismo: traguardo e nuovi obiettivi
lunedì 25 settembre 2017
1066: la lotta per lo Stamford Bridge
Ho sempre pensato che lo Stamford Bridge fosse solo ed esclusivamente lo
stadio del Chelsea là dove Magic Box Zola ha deliziato la platea della Perfida
Albione e dove uno stuolo di italici pedatori ha trovato le proprie fortune,
poi a forza di scavare nei ricordi e nella storia alla fine scopri che qualche
settimana prima di Hastings nel 1066, proprio li ebbe luogo un fatto epico, lo storico scontro tra Anglosassoni e Vichinghi
con la vittoria dei nativi condotti da re Harald che dopo una lotta sanguinosa
ebbe la meglio proprio sugli uomini del nord. La battaglia molto cruenta per l’epoca
segnò pertanto l’esito di quella successiva con l’avvento dei Normanni sull’isola
britannica. Famoso il ponte, secondo la leggenda, occupato da un guerriero di
dimensioni imponenti che impedì per lungo tempo il passaggio dell’esercito
nemico. Ma si sa che gli storici alle volte amano esagerare
domenica 24 settembre 2017
Keep Calm
foto milan7
Pensare di vincere il campionato era una follia,
autoflaggellarsi perché hai perso due partite contro due buone squadre Lazio e
Sampdoria a casa loro mi sembra del tutto fuori luogo. L’entusiasmo generato da
una nuova società ha fatto del bene al Milan ha creato quei prodromi che
saranno utili nei prossimi due e tre anni. Sarà un anno di transizione con ogni
probabilità e con qualche soddisfazione, magari al prossimo 28 ottobre o al 15.
L’obiettivo di andare avanti il più possibile nelle competizioni c’è (un quarto
di finale internazionale e/o una semifinale di coppa dopo aver eventualmente
eliminato i cugini ci starebbe) e poi arrivare al quarto posto dietro le due
corrazzate Napoli e Juve non è un traguardo impossibile. Ricordate il 1986 ?
Berlusconi al comando, un allenatore confermato e quante scoppole contro la Samp
di Briegel ( 3 a 0 a Marassi e 0 a 2 in casa) la sconfitta casalinga contro l’Ascoli
di Barbuti e la perentoria battuta di arresto di Verona. Alla fine grazie a
provvidenza Massaro entrammo in Europa. Era la squadra di Donadoni, di Maldini di
Baresi degli acquisti, magari anche sbagliati: uno su tutti nanu Galderisi.
Ecco pazienza e costruiamo in silenzio e le soddisfazioni arriveranno. Due
domande per Montella e per la società però ci sono: Andrè Silva che ci fa in
panca? Contro una squadra ruvida perché non subito il turco?. A questa
aggiungiamo che non abbiamo conquistato il centravanti di peso e quindi i
difetti stanno qui. Ma arriveremo o se arriveremo, anche in Europa.
lunedì 11 settembre 2017
Quella volta che Nikola Subic fermò Solimano il Magnifico (1566)
L’Europa dell’Est è stata sempre
un coacervo e passaggio di popoli di flussi e di battaglie, storia non studiata
mai abbastanza e che forse anche oggi servirebbe per avere piena coscienza di
un certo odio fra i popoli balcanici in particolare tra gli eredi della Turchia
e gli altri popoli slavi croati e ungheresi sopra tutto. Liberata Vienna nel
1529, Solimano il magnifico ci riprovò nel 1566 è fu l’ultima campagna della
sua gloriosa vita militare. Non aveva però fatto i conti con Szigetvar una
fortezza forte di tremila uomini di guarnigione che bloccò l’avanzata dei
giannizzeri, dei tatari e degli ottomani sulla strada di Vienna. Un assedio che
i turchi pagarono a caro prezzo oltre ventimila morti e che li tenne inchiodati
per un mese dal sei agosto al 8 settembre grazie all’opera di Nikola Subic
Zrinski, il comandante della guarnigione che pagò con la propria vita la difesa
della fortezza. Non gli sopravvisse Solimano e, seppur vittoriosi, i turchi
ritornarono indietro, un assedio nei mesi invernali della capitale austriaca
sarebbe stato deleterio per il morale delle truppe già provate dal lungo
scontro a Szigetvar. La pace ottenuta permise di evitare l’invasione turca in Europa
e la procrastinò di oltre un secolo fino alla fine del 1683 quando furono poi i
polacchi a fermare con successo l’ultima grande invasione a est.
RAI............... ola
Raramente è capitato di assistere
a una performance come quella di ieri sera alla domenica sportiva. Un ospitata
che sa di markettona al potentissimo Mino direttamente negli studi della
Domenica. Che fosse una notizia fuori dai consueti schemi tra procuratori assistiti
e società è un dato di fatto, tirata fuori proprio nella domenica in cui il
Milan ha svalvolato è una curiosa coincidenza. Un attacco etero diretto da far
paura in cui il conflitto tra un procuratore e la società dimostra di non
essere ancora del tutto finito, ma anzi corre il rischio di proseguire
lasciando dietro morti e feriti. Verrebbe da dire non opzioniamo più i
giocatori di quella scuderia, ma come fai, butti alle ortiche un patrimonio di
credenziali, sarebbe inopportuno. E allora eccoci qui a celebrare i peana di un
uomo che ha costruito una fortuna e un impero per lui e i suoi assistiti, in
cui l’obiettivo non è il bel gioco ma il conto in banca di coloro che si
affidano alle sue cure- Una volta, come ha ricordato Tardelli, il Presidente
Boniperti chiedeva la firma in bianco che la cifra la metteva poi lui ( e non
era certo di poco peso). Nostalgia
giovedì 7 settembre 2017
C'è chi vuole celebrare la Marcia su Roma !! Domani comunque è l'8 settembre
Marcia su Roma, manifesti contro
gli occupanti invasori, ma per Pansa non dobbiamo preoccuparci a questo
fascismo di ritorno non dobbiamo dare peso al massimo prepara a una sorta di
golpe militare??? Gulp, verrebbe da dire, sono consapevole e l’ho sempre detto,
anche durante le cerimonie ufficiali che durante la resistenza (certo fu una
guerra civile tra italiani, e non fu Pansa il primo a dirlo) ci furono pagine
brutte e oscure ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio (perdonatemi il
gioco di parole). Il ventennio fu pesante non tutto rose, fiori e pensioni. Un
regime per definizione è tale perché priva libertà di pensiero e di azione e
ammazza i suoi detrattori. Chi oggi inneggia a quel periodo o è figlio/nipote
di persone che ebbero dei benefici da quell’epoca, oppure proprio non lo
conosce appieno e lì la colpa è di chi in passato ha lasciato circolare una
retorica di destra estrema e di contrapposizione tra rossi e neri come fosse
una partita di calcio. Sarebbe auspicabile che si leggessero maggiormente
testimonianze e ricordi di chi lo visse quel periodo e i testi non mancano, per
comprendere come fosse, quello, un periodo, in cui non solo era limitate le più
elementari norme di libertà ma mancasse proprio il sostentamento per andare
avanti. L’ordine conclamato e vaticinato dai nipotini del Duce proprio non
c’era solo slogan e parate. Non mi stancherò mai di ripetere come l’istruzione
e la conoscenza siano due antidoti quanto mai forti a questo revanchismo e
ricordare o peggio ancora riproporre la Marcia su Roma, sia una follia anche
solo pensarla. Per fortuna domani è l’otto settembre quando gli italiani
capirono realmente chi li aveva governati (non tutti in realtà ma la
maggioranza)
La guerra vista attraverso gli occhi dei soldati.
Due film
di guerra uno realizzato e prodotto da quel vecchio volpone di Nolan e l’altra
dall’esordiente Sepe, tutti e due spettacolari, tutti e due dedicati all’introspezione
psicologica dei personaggi, dei soldati che lottano non solo per la loro
sopravvivenza ma che si interrogano sul futuro e sulla nazione. L’ansia da
prestazione prende il sopravvento, l’obiettivo non è l’uccisione del nemico, ma
la sopravvivenza. Nolan lo rende benissimo in Dunkirk, gli occhi stralunati dei
protagonisti sono li a rendere merito di questa ricerca spasmodica di un
appiglio che li renda consapevoli del loro ruolo. Il giudizio della gente, cosa
penseranno di noi, si stempera proprio nell’accoglienza finale di un popolo che
coglie il momento di difficoltà “siamo sopravvissuti” dice il soldato e “vi
pare poco” risponde l’anziano che li accoglie. Più scuro e con molte
connotazioni su responsabilità della guerra combattuta invece nel
lungometraggio di Sepe. Una guerra persa, combattuta dalla parte sbagliata che
però, pur nella tragedia del combattimento fa emergere un lato di umanità anche
in chi faceva parte di squadroni votati alla morte. La guerra vista con gli
occhi del soldato non è gloria, è soltanto carneficina da cui allontanarsi il
più velocemente possibile. We shall never surrender (non ci arrenderemo mai)
più che al nemico è dedicato alla vita
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