foto fcinter.it
Il mondo è dei giovani, lo era
una volta, lo è anche oggi. Quando Alessandro Magno conquistò l’estremo Oriente
era giovanissimo, quando sferzava il suo cavallo battendo Dario a Gaugamela era
un veterano ma pur sempre giovane. Molti avrebbero declamato le sue gesta per
farle giungere a noi. Oggigiorno invece basta associarsi a una starlette che
poi ti fa anche da procuratore (ma non dovevano appartenere a un’ordine) fare
lo sbruffoncello, giocare discretamente a pallone, vestire la maglia della
seconda squadra di Milano; ed ecco li pronto a sfornare libri ??? per
raccontare le proprie imprese. Nell’età di internet, snapchat (dove tutto si
consuma in 24 ore) anche i novelli gladiatori, calciatori, sono pronti a
invaderci con racconti mirabolanti delle loro imprese. Solo che nel caso del
puntero argentino mi sfugge un particolare. Cosa dovrebbe celebrare ? Il suo
matrimonio ? il rigore nello scorso derby calciato sul palo ? Le mancate
strette di mano con Maxi. Mah ? Viviamo in un mondo usa e getta per cui anche
lo squallido, puerile scambio di accuse in calce a una partita con un gruppo di
tifosi viene derubricato alla voce eventi importanti. Si scatenano così
sociologi, tuttologi e mass mediologi pronti ad ammorbarci di commenti,
sensazioni e illazioni. Sarò retrogrado ma per me il calcio rimane solo quello
che si consuma per 95 minuti ogni maledetta domenica (anche se con Sky non è
più così), quello in cui conta pedalare e segnare, e se c’è pure la tecnica
rischi di trasformare una grigia prestazione in un pomeriggio pardon serata da ricordare.
Ridatemi il Paron
Nessun commento:
Posta un commento