mercoledì 24 settembre 2025

l'uomo che veniva dal freddo Anders Lassen


 Era nato in Danimarca, in una casa borghese, con un futuro già scritto tra le comodità e i rituali della buona società. Ma Anders Lassen non aveva mai amato troppo le strade già battute. Era alto, riservato, con uno sguardo che non cercava attenzione, ma osservava. Quando la guerra avvolse l’Europa, lui non rimase fermo.

Aveva poco più di vent’anni quando lasciò la Danimarca per arruolarsi con gli inglesi. Il suo Paese era occupato, e molti avevano scelto di non reagire. Lui no. Anders si unì alle forze speciali britanniche, divenne commando, poi entrò nella temuta e rispettata Special Boat Section, gli uomini d’élite che agivano di notte, nell’ombra, tra mare e costa. Nessuna medaglia, nessun clamore. Solo missioni, quasi sempre impossibili.

Combatté nei Balcani, in Grecia, tra le isole dell’Egeo. Sempre silenzioso, sempre in prima linea. I rapporti parlavano di lui come di un soldato dal sangue freddo e dal coraggio implacabile. Aveva un modo tutto suo di affrontare la paura: ci camminava dentro.

Fu così anche in Italia, nei primi mesi del 1945, quando il nord del Paese era ancora sotto il controllo tedesco. Le forze alleate avanzavano, ma il terreno era difficile, soprattutto nella zona di Comacchio, tra canali, valli e fortificazioni nascoste. A Lassen venne affidata una missione precisa: neutralizzare un avamposto tedesco e aprire la strada per le truppe in arrivo.

All’alba del 9 aprile, Anders e i suoi uomini sbarcarono tra le nebbie basse della laguna. Lui era in testa. Le mitragliatrici nemiche iniziarono subito a sparare. Venne ferito. Avrebbe potuto fermarsi, cercare riparo. Invece continuò ad avanzare, trascinandosi in avanti, guidando i suoi compagni come se nulla lo potesse fermare.

Raggiunse la postazione nemica. Morì lì, nel silenzio dopo l’assalto, sapendo che la missione era compiuta. I suoi uomini erano salvi. La via era aperta.

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