domenica 2 agosto 2020

2 Agosto a Canne una battaglia che poteva cambiare i destini dell'Europa



216 a.C.: era un anno decisamente afoso la strada verso la Puglia era decisamente trafficata, ispanici, celti e i pericolosi cartaginesi era da tre anni che stavano imperversando su tutta la penisola, portando disordine e caos. Erano guidati da un condottiero valido, un tattico sublime, in grado di cambiare il corso della battaglia e degli eventi: Annibale della Famiglia Barca. I romani solitamente esperti e quadrati anche nella gestione delle guerre non avevano ancora capito come affrontarlo (o meglio uno ci aveva provato con la sua tattica, mordi e fuggi e attendista, ma non era stato compreso al meglio) e pensavano con il coraggio e con i numeri di sbaragliarlo. La presenza di Annibale stava sfaldando il fronte comune degli alleati romani nella penisola e quindi una risposta doveva essere data, ma la fretta si sa è sempre una cattiva consigliera. I due eserciti si stavano fronteggiando da tempo sull’Ofanto e all’alba del 2 agosto ci fu lo scontro in campo aperto. Annibale aveva perso i suoi elefanti ma aveva molte armi e tipologie di combattenti al suo servizio, fra cui i cavalieri numidi e i frombolieri delle baleari, mentre i romani agivano con la consueta tattica e schieramento, ben noto ad Annibale. Con maestria l’Africano impigliò in rete l’esercito romano e lo accerchiò, mentre la cavalleria si sbarazzò di quella romana e di fatto giungendo alle spalle delle coorti di fanteria li intrappolò in un cerchio brutale e crudele. Il massacro durò ore e alla fine 8 legioni romani erano scomparse con perdite tra i 40.000 e i 70.000 uomini fra cui anche i capi. Fu una tremenda sciagura per Roma ma Annibale inebriato dal successo non seppe approfittarne appieno e permise al nemico di riprendersi, anche se alla sera di quel due agosto nessuno scommetteva sul futuro della Città eterna


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