Alle olimpiadi la medaglia più
temuta è quella di legno, il primo degli esclusi, ai piedi del podio, e quando
uno la conquista non può essere soddisfatto al cento per cento, almeno quando
finisce la competizione. Poi però, come sempre accade bisogna guardarsi alle
spalle, analizzare per bene tutto quello che è successo e tracciare un
bilancio. Il Città di Asti alla sua prima stagione in serie A2 ha realizzato un’impresa,
non è il discorso della Volpe e l’Uva è una constatazione reale, 22 partite,
cinque sole sconfitte e 41 punti sul campo, hanno permesso al sodalizio di
Lotta di disputare una stagione veramente di grande respiro. Cominciamo con il
ricordare che le tre squadre che ci hanno preceduto in classifica, almeno una
volta in stagione sono state battute (Padova, Mantova e Sestu). Siamo stati
campioni di inverno, e anche se fittizio è un titolo che ci fa piacere. E poi
siamo riusciti a disputare una finale di Coppa Nazionale di fronte al nostro pubblico
e ai nostri tifosi in quella che è stata una festa di sport e di territorio.
Questo ci portiamo dentro, questo rimarrà nel nostro DNA. I play off avrebbero
potuto essere la nostra ciliegina sulla torta ma obiettivamente la lunga e
usurante stagione e un probabile quarto di finale con Mantova e/o semifinale
con il Sandro Abate avrebbe segnato un finale forse non distante dall’epilogo
maturato nell’ultima di campionato. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto
realizzato, delle migliaia di follower alle nostre partite, delle giocate da
vero futsal e dell’entusiasmo maturato e di quanto raccolto in termini di
credibilità e di consenso anche dalle altre compagini. Lo sport è un condensato
di emozioni e di sensazioni e crediamo di averle trasmesse e ci troveremo ad
agosto con lo stesso entusiasmo e con la stessa voglia di fare delle passate
stagioni. Due anni orsono di questo periodo festeggiavamo la permanenza a
Bresso nella serie cadetta, la passata stagione a otto secondi dalla fine il
regalo di Celentano al suo territorio, la prossima stagione chissà, le favole
sportive sono belle per questo motivo, perché danno sempre un motivo per
sognare; e noi siamo il Città di Asti
domenica 28 aprile 2019
lunedì 15 aprile 2019
Meno social più allenamenti
Il mantra di Gattuso si presta bene a tutto quello che si è
visto sui campi da calcio dopo il fischio finale, troppo presi dalla stessa
immagine dal risultato a ogni costo dalla provocazione fune a se stessa il prode
sul campo diventa una belva social con tutte le conseguenze del caso. Nella
società che ha liberato la comunicazione compulsiva e selvaggia ogni occasione
è buona per dileggiare e per autoincensarsi. Una volta la facevano da padrone i
ritiri, oggi con lo smartphone in mano sarebbe meglio un ritirare i telefonini
suonerebbe come una punizione medioevale ma giusta. Insomma siamo prigionieri
dei selfie in cui l’immagine dice tutto e in cui tu sei protagonista anche se
non sai fare nulla. Ne siamo schivi, ne siamo partecipi ma il guaio è che sotto
questa patina di palcoscenico non c’è nulla manca l’aspetto più rilevante la cultura,
il saper non solo fare ma approfondire, e così diventano tutti bulletti di
periferia: i vari Ronaldo, Acerbi, Bakayoko, bulletti di periferia. Servirebbe
proprio un bagno di umiltà e di cultura ma i protagonisti ne saranno capaci ??
dubito fortemente
mercoledì 3 aprile 2019
Dal 3 aprile 1896 le notizie sportive sulla Gazzetta
Per trattare quindi lo sport
bisogna sentirsi in grado di correre coi tempi, prevedere, arrivare. I giornali
sportivi non devono soltanto fornire le notizie, commentare il progresso,
registrare il successo, no, essi devono predire, correre l'alea stessa di tutte
le cose di questo fine di secolo, devono arrivare. Arriveremo? Modestamente
osiamo sperarlo, ad ogni modo non sarà certo da parte nostra che finiranno
volontà e tenacia di propositi.
Questo quanto si scriveva il 3
aprile 1896 e che dava il via al primo numero della Gazzetta dello Sport il
quotidiano sportivo più amato e pubblicato in patria. Una lunga tradizione che
dura da oltre 120 anni e che fa del giornalismo oltreché dello sport il connubio
più efficace e valido nel panorama dell’informazione italiana. Cronaca, giudizi,
sentenze, eventi. Chi non ha comprato almeno una copia di quel giornale. Con i
titolisti sempre pronti a coprirsi di gloria con titoli da copertina in grado
di suscitare reazioni e perché no acquisti. Ricordo solo sul bagnasciuga di
Pescara in una torrida estate il titolo che campeggiava a favore del Milan
ARRIVALDO bastò quello per acquistarlo. Buon compleanno
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