Cent’anni fa in questi giorni di
fine agosto il Generale Cadorna produceva lo sforza massimo per cercare di
sfondare il fronte italiano e per aprirsi, nelle sue vane speranze la strada
per arrivare a Vienna e quindi finire la guerra. Il 1917 è stato l’anno
horribilis della prima guerra mondiale attacchi e contrattacchi sanguinosissimi
decine di migliaia di morti per un fronte in stallo da Ypres fino al fronte
italiano. Gli attacchi lanciati fra il 17 e il 31 agosto sulla Baisinzza
portarono alla morte migliaia di soldati italiani mandati, come carne da
macello contro le schwarzlose (mitragliatrici) austriache. La spallata di
Cadorna non riuscì anche se la difesa austro-ungarica vacillò tanto da
costringere gli alleati tedeschi a pensare all’invio di rinforzi che sarebbero
poi ritornati utili per Caporetto a ottobre. Forse nella pazzia della prima
guerra quell’offensiva costrinse le potenze centrali a ripensare indirettamente
a come capitalizzare al meglio le offensive di fine 1917 e salvò dal collasso
certo il fronte francese. Undici battaglie e massacri avevano dissanguato anche
l’esercito italiano e Cadorna pagò a caro prezzo quest’ultima carneficina.
40.000 morti 108.000 feriti 18.000 dispersi questo il macabro computo della
strage. Gli austriaci per parte loro 10.000 morti 45.000 feriti e 30.000
dispersi. Milioni i colpi di artiglieria sparati sia in attacco che in difesa
la guerra era a una svolta. Caporetto 24 ottobre dietro l’angolo.
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