giovedì 29 giugno 2017

Bravi giornalisti ne abbiamo #sonofaziosoloso



I contratti di lavoro e le cifre elevate di cui stiamo discutendo in queste settimane tra Gigio e Fazio sono l’argomento del momento. C’è la necessaria invidia per chi non ottiene tali compensi ma c’è anche l’oggettiva indignazione per chi reputa tali cifre uno schiaffo morale al lavoro degli stessi comparti. Se 5 milioni di euro sembrano pochi per un portiere minorenne che deve ancor DIMOSTRARE tutto il suo valore, quelli per lo showman – chiamarlo giornalista mi sembra eccessivo – gridano vendetta. Il format di proprietà della Endemol non della Rai è uno script decisamente collaudato che potrebbe condurre chiunque. Le interviste spesso sono pilotate, come si dice in gergo, e concordate e gli ospiti famosi prezzolati (vi ricordate Vaurofakis ?) insomma nulla di più di un programma leggero con costi decisamente spropositati Fare della buona informazione non urlata, magari con giornalisti capaci (tipo Semprini quello giubilato proprio dalla RAI) non dovrebbe essere difficile e a costi contenuti. Si dice che il programma di Fazio porta buoni risultati commerciali, per la fascia oraria in cui è messo direi che è quasi un obbligo e probabilmente si potrebbero allevare, nella tv pubblica nuovi talenti, ce ne sono di bravi basta volerlo, magari rischiando qualcosa, in fin dei conti con il canone hai entrate sicure. I cosiddetti big della televisione, se vogliono, facciano le valige e vadano sulla tv commerciale, forse quello è il loro posto e naturale approdo

lunedì 19 giugno 2017

La lunga via per il Paradiso


Metti un sabato mattina dopo una lunga giornata lavorativa, le fatiche del venerdì sera in televisione per preparare e condurre una trasmissione si fa sentire ma il viaggio verso Limone Pimonte non è faticoso. C’è un sentiero da scoprire un’emozione in quota per vedere quanto sia bello il nostro Piemonte e quante varie siano le opportunità che la nostra terra ci offre. Si sale dal Limonetto per giungere in quota dove partiranno le bici assistite. La prima parte del percorso e ripida ma li le bike non fanno fatica, anzi vengo spinte allegramente sempre più in alto. La cornice dei forti, gli impianti di risalita, sono li in bella mostra pronti a stupire la natura ma anche l’opera dell’uomo. La salita è continua i chilometri diventano numerosi, un infinito altipiano concede viste mozzafiato che si perdono e in cui pedalare diventa uno stile di vita. Il punto d’arrivo è un gioiello incastonato nella natura e si può gustare nel silenzio del luogo tutta una varietà di colori e di sapori unici. Affettati vari e polenta concedono il gusto della terra Granda e rendono più lieve il sapore di una giornata in cui diventa difficile trovare campo per i propri cellulari, ma forse la fortuna di questo luogo è proprio questo. Quiete e natura e allora è dolce naufragar in questo mare.

venerdì 16 giugno 2017

Per qualche dollarumma in più


E alla fine è solo una questione di prezzo, per qualche dollaro in più il gigio nazionale si accaserà presso una squadra o di milano o nella perfida albione oppure con i galacticos, Dal punto di vista della remunerazione sicuramente soddisfacente, dal punto di vista dell’epica romantica decisamente peggio. Un 18enne con un padrino come Rajola (beh se lo hanno scelto avranno avuto i loro buoni motivi) ha un preciso ruolo quello di sfruttarti e di farti guadagnare più soldi possibile. Ma nell’epoca dell’usa e getta spero abbiano fatto i calcoli giusti. C’erano i crismi per la creazione di una bandiera, il bacio alla maglia, la professione di imperituro amore per la squadra per cui hai tifato, ti aveva portato l’amore incondizionato del tifo. Ti avrebbero perdonato errori senza problemi, invece hai deciso di monetizzare e di cambiare sponda o amore, e ti aspettano e ti aspetteranno al varco, senza perdonarti nulla. Kaka ed altri come Sheva hanno provato cosa vuol dire andare via dai Navigli, non sempre le aspettative possono essere soddisfatte, e le minestre riscaldate non piacciono. Per cui auguri vivissimi e in bocca al lupo ovunque andrai ma ricordati che hai buttato a mare una grande opportunità, potresti pentirtene, valeva la pena per qualche dollaro in più

giovedì 15 giugno 2017

Pizza Olandese

foto fox sport 

Sta diventando stucchevole il ping pong tra il procuratore dei vip e la società. Un portiere si bravo, ma appena fresco dei suoi 18 anni, un futuro enorme di fronte a se, fatto si spera di successi e di speranze, ma il tutto si sta impantanando in una contesa commerciale senza precedenti. Da una parte il suo agente che cerca di trarre profitto per l’assistito, e, anche per se stesso, e dall’altro una società giovane (sul fronte orientale) che non vuole lasciarsi scappare un pregiato e talentuoso calciatore. Una telenovela che corre il rischio di diventare un boomerang per tutti, sia per la parte eminentemente commerciale, che anche per quella più degli affetti. Un movimento quello sportivo che sta perdendo sempre più la sua dimensione da sport per tutti per diventare un impresa commerciale a tutto tondo e con i giornali pronti  a  soffiare sulla vicenda. Una volta bastava una stretta di mano e i compensi erano abbordabili. Ora tutto diverso con in più l’aggravante delle mediaticità a fare da sfondo. Sarebbe bello che ci fossero dei confini che non possono essere superati sia per gli agenti che per i loro assistiti, una sorta di tetto salariale oltre cui non andare e anche una tutela nei confronti di coloro che gestiscono e curano immagine e interessi. Oltretutto stiamo parlando di un lavoro che dovrebbe essere, nel migliori dei casi, anche un divertimento. Da rossonero sono affascinato dal portiere bambino, ma dall’altro penso che lo stesso non possa tirare troppo a lungo la corda, esistono dei limiti. Altrimenti ci appassioneremo a qualcun altro.

giovedì 8 giugno 2017

Stile Allegri



Ho conosciuto Max Allegri dopo la semifinale vittoriosa del 2015 in Champions, un intervista per un video da mandare in onda al Salone del Libro, una persona squisita, rispettosa e paziente, nonostante un microfono che faceva le bizze e che comportò un ritardo di una quindicina di minuti. Tempo prezioso per chi ha i minuti contati. Intervista realizzata e cordialità sopraffina, il libro parlava di cooperazione e lui originario di una terra che fa della cooperazione una bandiera (Livorno). Oltretutto ricevuti nella sua magione in centro Torino mettendoci a disposizione non solo il suo tempo, ma anche la sua privacy. Perché racconto questo? ma perché mi sembra strano e oltremodo ingigantito tutto il can can mediatico per un presunto alterco a suon di epiteti con una pattuglia di vigili urbani che faceva il suo dovere. Ovviamente questa storia viene fuori a tre giorni dalla finale persa di Cardiff, guarda caso come sempre le combinazioni (avesse vinto ??). Una persona che ha un discreto emolumento si mette a discutere animatamente per una multa che nella migliore delle ipotesi consta di qualche centinaio di euro a poche decine di metri da casa??? La denuncia in Procura al suono di: Lei non sa chi sono io, suona come la classica lotta dei poveri contro i ricchi, una crociata millenaria per mettersi il cuore in pace. I solerti vigili come capri espiatori di una furia toccata anche a Bonucci. Più semplicemente mi sarei aspettato, si sanzioni, ma non che fior di giornali sportivi (dovrebbero parlare di sport) si attaccassero a storie che di sport hanno ben poco. Oltretutto corretto multare per infrazioni del codice della strada, ma se i civich avessero applicato uguale rigore (detto per tesserati juventini ha un doppio senso lo so) anche in Piazza San Carlo, forse non ci sarebbero stati tutti quei abusivi venditori di bevande e i relativi casini successivi, o no.

Il giornalista "sportivo"

Una categoria forse in disuso, oggi c’è il giornalista tifoso, colpa dei social, colpa dell’eccessiva esposizione mediatica del fatto che tutti si sentono deputati a sentenziare su qualsiasi aspetto, non esiste più la mera analisi, ma la velina a favore o contro a prescindere. Nessuno ne è immune, gli articoli tecnici, si contano sulle dita di una mano, le belle prose dei Viola, dei Mura e dei Brera sono monumenti del bel tempo che fu. E in tutto questo chi ci perde è l’obiettività e la serena analisi sia dopo una vittoria e ancor di più dopo una sconfitta. Tutto nasce dall’ultima partita di Champions la finale tra Real e Juve vissuta non come un atto tecnico, la sfida tra due filosofie calcistiche, ma una sfida di contrapposizione sia in Italia che in Spagna. Il titolo emblematico Voi Gufi noi Cardiff, vale più di mille parole. Una lotta tra il bene e il male, tra chi era a favore e chi contro, non una disamina calcistica. E il guaio, per la squadra italiana, che è stata contagiata da questa retorica. L’ha patita e ha pagato dazio sul campo, una sconfitta più psicologica che non fisica, quasi come se la Coppa fosse un atto dovuto, da consegnare prima del tempo. Ed è per questo che forse per chi l’ha persa che fa ancora più male. Giornalisti che si sono lanciati in paragoni strani (uno su tutti Sconcerti, nomen omen, peggiore poi la difesa d’ufficio a fine partita), fini commentatori televisivi che hanno dato fiato a commenti e a riflessioni fuori luogo. Sarebbe bello tornare a parlare dell’atto sportivo, di moduli e di gioco senza esaltare troppo prestazioni tecniche normali. Un tempo questo era deputato al periodo estivo in cui i sogni erano legittimi per tutti e allora si abbondava di fantasia, perché mancava giustamente il calcio giocato, adesso è così tutto l’anno

Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine

  Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...