I contratti di lavoro e le cifre
elevate di cui stiamo discutendo in queste settimane tra Gigio e Fazio sono
l’argomento del momento. C’è la necessaria invidia per chi non ottiene tali
compensi ma c’è anche l’oggettiva indignazione per chi reputa tali cifre uno
schiaffo morale al lavoro degli stessi comparti. Se 5 milioni di euro sembrano
pochi per un portiere minorenne che deve ancor DIMOSTRARE tutto il suo valore,
quelli per lo showman – chiamarlo giornalista mi sembra eccessivo – gridano
vendetta. Il format di proprietà della Endemol non della Rai è uno script
decisamente collaudato che potrebbe condurre chiunque. Le interviste spesso
sono pilotate, come si dice in gergo, e concordate e gli ospiti famosi
prezzolati (vi ricordate Vaurofakis ?) insomma nulla di più di un programma
leggero con costi decisamente spropositati Fare della buona informazione non
urlata, magari con giornalisti capaci (tipo Semprini quello giubilato proprio
dalla RAI) non dovrebbe essere difficile e a costi contenuti. Si dice che il
programma di Fazio porta buoni risultati commerciali, per la fascia oraria in
cui è messo direi che è quasi un obbligo e probabilmente si potrebbero
allevare, nella tv pubblica nuovi talenti, ce ne sono di bravi basta volerlo,
magari rischiando qualcosa, in fin dei conti con il canone hai entrate sicure.
I cosiddetti big della televisione, se vogliono, facciano le valige e vadano
sulla tv commerciale, forse quello è il loro posto e naturale approdo
giovedì 29 giugno 2017
lunedì 19 giugno 2017
La lunga via per il Paradiso
Metti
un sabato mattina dopo una lunga giornata lavorativa, le fatiche del venerdì
sera in televisione per preparare e condurre una trasmissione si fa sentire ma
il viaggio verso Limone Pimonte non è faticoso. C’è un sentiero da scoprire un’emozione
in quota per vedere quanto sia bello il nostro Piemonte e quante varie siano le
opportunità che la nostra terra ci offre. Si sale dal Limonetto per giungere in
quota dove partiranno le bici assistite. La prima parte del percorso e ripida
ma li le bike non fanno fatica, anzi vengo spinte allegramente sempre più in
alto. La cornice dei forti, gli impianti di risalita, sono li in bella mostra
pronti a stupire la natura ma anche l’opera dell’uomo. La salita è continua i
chilometri diventano numerosi, un infinito altipiano concede viste mozzafiato
che si perdono e in cui pedalare diventa uno stile di vita. Il punto d’arrivo è
un gioiello incastonato nella natura e si può gustare nel silenzio del luogo
tutta una varietà di colori e di sapori unici. Affettati vari e polenta concedono
il gusto della terra Granda e rendono più lieve il sapore di una giornata in
cui diventa difficile trovare campo per i propri cellulari, ma forse la fortuna
di questo luogo è proprio questo. Quiete e natura e allora è dolce naufragar in
questo mare.
venerdì 16 giugno 2017
Per qualche dollarumma in più
E alla fine è solo una questione
di prezzo, per qualche dollaro in più il gigio nazionale si accaserà presso una
squadra o di milano o nella perfida albione oppure con i galacticos, Dal punto
di vista della remunerazione sicuramente soddisfacente, dal punto di vista dell’epica
romantica decisamente peggio. Un 18enne con un padrino come Rajola (beh se lo
hanno scelto avranno avuto i loro buoni motivi) ha un preciso ruolo quello di
sfruttarti e di farti guadagnare più soldi possibile. Ma nell’epoca dell’usa e
getta spero abbiano fatto i calcoli giusti. C’erano i crismi per la creazione
di una bandiera, il bacio alla maglia, la professione di imperituro amore per
la squadra per cui hai tifato, ti aveva portato l’amore incondizionato del
tifo. Ti avrebbero perdonato errori senza problemi, invece hai deciso di
monetizzare e di cambiare sponda o amore, e ti aspettano e ti aspetteranno al
varco, senza perdonarti nulla. Kaka ed altri come Sheva hanno provato cosa vuol
dire andare via dai Navigli, non sempre le aspettative possono essere
soddisfatte, e le minestre riscaldate non piacciono. Per cui auguri vivissimi e
in bocca al lupo ovunque andrai ma ricordati che hai buttato a mare una grande
opportunità, potresti pentirtene, valeva la pena per qualche dollaro in più
giovedì 15 giugno 2017
Pizza Olandese
foto fox sport
Sta diventando stucchevole il
ping pong tra il procuratore dei vip e la società. Un portiere si bravo, ma
appena fresco dei suoi 18 anni, un futuro enorme di fronte a se, fatto si spera
di successi e di speranze, ma il tutto si sta impantanando in una contesa
commerciale senza precedenti. Da una parte il suo agente che cerca di trarre
profitto per l’assistito, e, anche per se stesso, e dall’altro una società
giovane (sul fronte orientale) che non vuole lasciarsi scappare un pregiato e
talentuoso calciatore. Una telenovela che corre il rischio di diventare un boomerang
per tutti, sia per la parte eminentemente commerciale, che anche per quella più
degli affetti. Un movimento quello sportivo che sta perdendo sempre più la sua
dimensione da sport per tutti per diventare un impresa commerciale a tutto
tondo e con i giornali pronti a soffiare sulla vicenda. Una volta bastava una
stretta di mano e i compensi erano abbordabili. Ora tutto diverso con in più
l’aggravante delle mediaticità a fare da sfondo. Sarebbe bello che ci fossero
dei confini che non possono essere superati sia per gli agenti che per i loro
assistiti, una sorta di tetto salariale oltre cui non andare e anche una tutela
nei confronti di coloro che gestiscono e curano immagine e interessi.
Oltretutto stiamo parlando di un lavoro che dovrebbe essere, nel migliori dei
casi, anche un divertimento. Da rossonero sono affascinato dal portiere bambino,
ma dall’altro penso che lo stesso non possa tirare troppo a lungo la corda,
esistono dei limiti. Altrimenti ci appassioneremo a qualcun altro.
giovedì 8 giugno 2017
Stile Allegri
Ho conosciuto Max Allegri dopo la
semifinale vittoriosa del 2015 in Champions, un intervista per un video da
mandare in onda al Salone del Libro, una persona squisita, rispettosa e
paziente, nonostante un microfono che faceva le bizze e che comportò un ritardo
di una quindicina di minuti. Tempo prezioso per chi ha i minuti contati.
Intervista realizzata e cordialità sopraffina, il libro parlava di cooperazione
e lui originario di una terra che fa della cooperazione una bandiera (Livorno).
Oltretutto ricevuti nella sua magione in centro Torino mettendoci a
disposizione non solo il suo tempo, ma anche la sua privacy. Perché racconto
questo? ma perché mi sembra strano e oltremodo ingigantito tutto il can can
mediatico per un presunto alterco a suon di epiteti con una pattuglia di vigili
urbani che faceva il suo dovere. Ovviamente questa storia viene fuori a tre
giorni dalla finale persa di Cardiff, guarda caso come sempre le combinazioni
(avesse vinto ??). Una persona che ha un discreto emolumento si mette a
discutere animatamente per una multa che nella migliore delle ipotesi consta di
qualche centinaio di euro a poche decine di metri da casa??? La denuncia in Procura
al suono di: Lei non sa chi sono io, suona come la classica lotta dei poveri
contro i ricchi, una crociata millenaria per mettersi il cuore in pace. I
solerti vigili come capri espiatori di una furia toccata anche a Bonucci. Più
semplicemente mi sarei aspettato, si sanzioni, ma non che fior di giornali
sportivi (dovrebbero parlare di sport) si attaccassero a storie che di sport
hanno ben poco. Oltretutto corretto multare per infrazioni del codice della
strada, ma se i civich avessero applicato uguale rigore (detto per tesserati
juventini ha un doppio senso lo so) anche in Piazza San Carlo, forse non ci
sarebbero stati tutti quei abusivi venditori di bevande e i relativi casini
successivi, o no.
Il giornalista "sportivo"
Una categoria forse in disuso,
oggi c’è il giornalista tifoso, colpa dei social, colpa dell’eccessiva
esposizione mediatica del fatto che tutti si sentono deputati a sentenziare su
qualsiasi aspetto, non esiste più la mera analisi, ma la velina a favore o
contro a prescindere. Nessuno ne è immune, gli articoli tecnici, si contano
sulle dita di una mano, le belle prose dei Viola, dei Mura e dei Brera sono
monumenti del bel tempo che fu. E in tutto questo chi ci perde è l’obiettività
e la serena analisi sia dopo una vittoria e ancor di più dopo una sconfitta.
Tutto nasce dall’ultima partita di Champions la finale tra Real e Juve vissuta
non come un atto tecnico, la sfida tra due filosofie calcistiche, ma una sfida
di contrapposizione sia in Italia che in Spagna. Il titolo emblematico Voi Gufi
noi Cardiff, vale più di mille parole. Una lotta tra il bene e il male, tra chi
era a favore e chi contro, non una disamina calcistica. E il guaio, per la
squadra italiana, che è stata contagiata da questa retorica. L’ha patita e ha
pagato dazio sul campo, una sconfitta più psicologica che non fisica, quasi
come se la Coppa fosse un atto dovuto, da consegnare prima del tempo. Ed è per
questo che forse per chi l’ha persa che fa ancora più male. Giornalisti che si
sono lanciati in paragoni strani (uno su tutti Sconcerti, nomen omen, peggiore
poi la difesa d’ufficio a fine partita), fini commentatori televisivi che hanno
dato fiato a commenti e a riflessioni fuori luogo. Sarebbe bello tornare a parlare
dell’atto sportivo, di moduli e di gioco senza esaltare troppo prestazioni
tecniche normali. Un tempo questo era deputato al periodo estivo in cui i sogni
erano legittimi per tutti e allora si abbondava di fantasia, perché mancava
giustamente il calcio giocato, adesso è così tutto l’anno
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