Manfred von Richtofen meglio
conosciuto come il Barone Rosso, figura iconica della prima guerra mondiale,
con 80 vittorie segnate, è stato un mito e una leggenda delle battaglie aeree
di quel periodo. I primi piloti erano quasi considerati dei gentlemen, gli
scontri era dei veri e propri duelli, c’era onore e rispetto, e vittorie e
sconfitte erano celebrate dagli avversari stessi, così come la morte di uno di
loro, che magari era diventato un mito, erano guardate con rispetto. Manfred inizia
la sua carriera come sottotenente degli Ulani sul fronte Orientale ma i mesi di
trincea lo annoiano così nel 1915 chiede di entrare in aviazione. Viene preso
sotto l’ala protettiva di Osval Boelcke e i suoi primi combattimenti non
vengono riconosciuti. Solo a settembre del 1916 sopra Verdun avviene il suo
primo abbattimento sopra il forte Douamont. Crea una propria squadriglia in cui
muove i suoi primi passi anche un gerarca nazista come Hermann Goring, pilota
aerei quasi sempre dipinti di rosso da cui l’appellativo e il 21 aprile del
1918 nel corso di una battaglia aerea tenuta a poche decine di metri da terra
viene colpito dal fuoco di una contraerea australiana in prima linea. Atterra
esamine e viene sepolto con tutti gli onori dopo aver abbattuto decine di
avversari. Muore all’età di 26 anni ma il mito persiste tuttora
domenica 21 aprile 2024
Il Barone Rosso, ottanta abbattimenti e un mito perenne
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