Pietro Fumel
Le fiction storiche da sempre mi
attirano e su Netflix mi sono lasciato trascinare a guardare quella dedicata al
brigantaggio quella pagina oscura della nostra storia patria poco raccontata
anche perché figlia di un periodo in cui era stata raggiunta faticosamente l’unità
nazionale ma come aveva vaticinato qualcuno dovevano ancora essere fatti gli
italiani. Quello che ne seguì fu un decennio intenso di lotta tra un fenomeno chiamato
brigantaggio con fucilazioni, massacri e anche vessazioni. La serie girata in Puglia
e dedicata alla Calabria presenta in stile hollywoodiano i personaggi; quello
dello Sparviero un'icona dell’uomo bello impossibile assomiglia
letteralmente a Clint Eastwood piuttosto che a un brigante. Le verità storiche lasciano
anche spazio alla fiction e quindi la veridicità della storia si perde un poco.
Ma c’è una figura che emerge e che viene raccontata e cioè di quel eporediese
che risponde al nome di Pietro Fumel mandato
in Calabria con il grado di Colonello per domare il brigantaggio. Modi spicci
ricorse alla tortuta e al terrore decimò le bande di Palma, Schipani, Ferrigno
Morrone Molinari e Pinnolo. Fu richiamato a Torino e altri perseguirono la sua
strada. Il brigantaggio durò per dieci anni fino alla presa di Roma e costò
migliaia di caduti sia da una parte che dall’altra si pensi che nel periodo di
massima espansione i militari nell’area raggiunsero le 50 mila unità