Oggi l’analisi geopolitica si sofferma sulla crisi ucraina-russa e dalle colonne di un quotidiano nazionale scatta l’ennesimo inutile parallelismo con la storia. La crisi nell’est europeo potrebbe finire come la situazione in Corea, una pace armata che dura da decenni. Ancora una volta in barba alle più elementari norme di analisi storiche/politiche si filosofeggia su confronti errati. La guerra in Corea fu il primo scontro a distanza tra sfere d’influenza diverse, blocco occidentale vs blocco comunista: imporre uno stile di vita sull’altro e finì in pareggio oltre che con migliaia di morti e una tensione che non è scemata nel corso degli anni. Ucraina e RUSSIA sono due enclave diverse con motivazioni e interessi notevolmente differenti. C’è la motivazione economica: ucraina il granaio d’Europa oltre che risorse e giacimenti minerari di grande impatto: ecco perché la Wermacht nel 1942 puntò decisamente in quell’area e non alla conquista di Mosca. Poi vi sono le ragioni della Russia con il malcelato interesse di avere uno sbocco sul mediterraneo, per motivazioni economiche e politiche, che uno stato indipendente ai suoi confini gli aveva impedito dal 1991 (senza contare i vari tentativi putiniani di entrare nelle sfere d’influenza turche e siriane). Insomma da una parte la volontà di un popolo di mantenere la propria indipendenza e dall’altra la Weltanshauung russa con tutto quello che ne consegue, la storia poi ci insegna, basta scorrere la clessidra del tempo indietro che in quei territori, gli scontri hanno sempre avuto un sapore pari a quello della sopraffazione di una corrente sull’altra che rasenta lo sterminio. Ora non sono in grado di pronosticare il risultato finale ma quello che è certo che vincerà chi avrà più risorse per portare avanti il conflitto. L’Urss vinse la sua partita nella seconda guerra mondiale grazie alle innumerevoli risorse che l’entrata in guerra degli americani portò, oltre all’apertura di due fronti in Italia e in Francia che depotenziò la Wermacht a est. Senza risorse non vai da nessuna parte e se a questa aggiungi anche le motivazioni vedi Afghanistan/Vietnam diventa difficile vincere.
domenica 19 giugno 2022
domenica 12 giugno 2022
Giugno un mese da sempre decisivo in guerra
Tra tutti i periodi della seconda
guerra mondiale sui vari teatri di guerra il mese di giugno ha sempre
rappresentato una sorta di spartiacque, un momento in cui una manovra, una
ritirata, una battaglia ma anche una situazione fortuita ha di fatto
indirizzato il corso della guerra. Scorrendo la cronologia i destini del mondo
sono stati soggetti a queste forche caudine, quasi che tutti si decidesse con i
primi caldi. E allora andiamo a indicare queste date. 1940 fine maggio e inizio
giugno (precisamente tra il 26 maggio e il 4 giugno Hitler sconfigge inglesi e
francesi ma la ritirata a Dunquerke grazie a quella vecchia volpe di Churchill diventa
una vittoria per la capacità di recuperare nella manica più di 300 mila soldati.
In questo caso retorica e mondo dell’informazione punta sul “we never surrender”
piuttosto che sulla disfatta. 1941 il 22 giugno con un ritardo di un mese la Wermacht
da il via all’operazione Barbarossa di fatto è l’inizio della fine il moloch
della guerra distruggerà divisioni su divisioni dell’Asse e porterà alla rovina
la Germania. 1942 la svolta della guerra nel Pacifico a Midway si consuma la
tragedia della flotta nipponica che in sei minuti vedono perdere 4 portaerei e
di fatto a delegare la vittoria agli americani (4/6 giugno) dopo sei mesi di
successi è il turno degli uomini a stelle e strisce. 1943 giugno ma anche
luglio se vogliamo sono i teatri du due scontri che cambiano le sorti della
guerra la spallata a Kursk in cui Hitler perde la quasi totalità delle sue
truppe corrazzate T34 vs Tiger e lo sbarco in Sicilia degli angloamericani. In chiusura
nel giugno 1944 il D- Day lo sbarco in Normandia che chiude il capitolo. Giugno
mese quindi decisivo nelle sorti e nell’economia della guerra chissà se queste
erano anche le valutazioni degli Stati Maggiore dei vari eserciti
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