mercoledì 21 luglio 2021
L'influencer Napoleone e la Battaglia delle Piramidi
martedì 20 luglio 2021
Il Dispaccio di Ems quando una fake news decide i destini di una guerra e dell'Europa
151 anni fa sull’Europa che si
stava industrializzando e quindi stava diventando moderna soffiavano forti i
venti delle nazioni che cercavano la propria dimensione geopolitica per un
Italia che si affacciava tra le potenze continentali desiderosa di trovare una
propria dimensione vi era anche un'altra potenza che si era appena affacciata.
Si trattava della Prussia che aveva uniti tutti gli stati tedeschi e di fatto
dopo il 1866 aveva soppiantato come influenza l’Impero Asburgico. Inghilterra, Francia
e Russia dettavano ancora legge ma presto si sarebbe dovuto fare i conti con
gli alemanni. E cos’ nella primavera del 1870 quando divenne decisiva la
questione dinastica spagnola e venne avanzata una candidatura vicina alla
Germania, Napoleone III forte della propria personalità chiese pubblicamente un
passo indietro alla Germania. L’imperatore tedesco acconsentì ma non lo fece
pubblicamente e quella vecchia volpe di Bismark, forte della preparazione
militare dell’esercito prussiano innesco una vera e propria campagna
diffamatoria frutto di fake news, di quello che oggi chiameremmo screen shot costringendo
la Francia a dichiarare guerra. Ora come recita Sun Tzu il generale vittorioso
è quello che va alla guerra quando è sicuro di vincerla. E così fece Bismark.
Sedan il 2 settembre rappresenta il capolavoro tattico dei prussiani che
annientano un’intera armata e prendono prigioniero addirittura l’imperatore
Napoleone III. L’organizzazione contro l’improvvisazione, la tattica contro l’anarchia,
la manovra contro l’immobilismo. Li nel crocevia dell’Europa nasce il mito dell’esercito
tedesco con il due Bismark/Von Moltke
domenica 18 luglio 2021
la Storia del PSG
Che Gigio sia un grande portiere
lo ha dimostrato durante gli europei, parate e personalità ed indubbiamente ha
contribuito alla conquista del titolo continentale; che sia anche un abile
comunicatore qui il dubbio viene. Da decide tutto Mino per me, grande prova di
autostima, a il PSG è una squadra con una grande storia (come ? quale ? dove ?)
direi che non mancano le uscite a vuoto, quelle che non fanno parte proprio del
suo repertorio sportivo. Il PSG ha una ricca storia recente; una Coppa Coppe
nel 1995/96 un intertoto e poi 9 scudetti e 14 coppe di Francia, questi ultimi
trofei vinti in abbondanza soprattutto negli ultimi vent’anni. Se proprio
dovessimo parlare di storia, Saint Germain a Parigi ricorda il trattato firmato
nel 1919 dopo Versailles che decise i destini dell’Europa, geopolitica non
quella pallonara. Ma ormai siamo di fronte al negazionismo piu acuto in cui in
tempi di calcio mercato importante è far sognare il tifoso: gioco nella squadra
in cui ho sempre sognato di giocare, i miei da piccoli erano…, questi colori li
ho sempre voluti… Insomma un florilegio continuo per rassicurare i propri
tifosi e per incidere nell’appartenenza ma quella non si può comprare. Per
inciso Gigio le Coppe dei campioni in bacheca che dovresti aver visto in sede
sono sette. E se il Milan la rivince senza di te, pensa che storia
martedì 13 luglio 2021
buona vita Gigio a Parigi per crescere
E alla fine contrito utilizzi
istagram per salutare il vecchio team, i tifosi, e raccontarci che il tuo amore
rimarrà per sempre ma dovevi crescere. A parte il fatto che a crescere sarebbe
stato solo il tuo conto in banca, questo messaggio sa tanto di presa per i
fondelli per costruirsi l’immagine di un professionista tutto d’un pezzo miracolato
dai rigori parati o forse meglio dire sbagliati dai ragazzi inglesi e spagnoli.
Avrei capito questo messaggio avessi lasciato l’Empoli, il Novara o una qualsiasi
altra squadra con un pedigree non così altisonante, ma te ne sei andato da una
squadra che ha una storia e probabilmente anche un futuro che ti avrebbe voluto
con se con 8, dicansi otto, milioni di stipendio annuo. La possibilità di scrivere
pagine nuove e magari alzare trofei con una maglia cucita appositamente per te.
Te ne vai nell’eremo di Parigi dove non troverai un tifo che ti perdona tutto
ma sarà molto esigente. E se al momento sei all’apice, cadere e farsi male non
è poi così banale e scontato. Solo il denaro e la bramosia del tuo procuratore
hanno creato quella frattura insanabile nata così due anni orsono. Non ti
auguro di fallire, non ti auguro il male assoluto, ti dico solo che hai
sprecato una grande opportunità E la vita si sa a volte è beffarda e ti fa
rimpiangere le occasioni mancate. Vedremo. Buona vita Gigio
lunedì 12 luglio 2021
Il limite da non superare
Siamo ancora ebbri della sbornia
di vittoria della Nazionale di calcio che ha fatto riscoprire, anzi per meglio
dire tirar fuori dagli armadi, quelle bandiere tricolori, misto naftalina che
riscopriamo solo dietro imprese sportive. Si sa lo sport è un linguaggio
universale, che fa la fortuna anche di nazioni e che fa dimenticare problemi e aiuta
a superare momenti difficili. Per l’Italia è stato così nel 1982, nel 1990 con
le notti magiche, con l’europeo scippato dalla Francia con il golden goal di
Trezeguet, le notti tedesche del 2006 e ora quelle post pandemia. Certo quelle
antiche erano situazioni pre smartphone in cui la gioia e la festa erano
condivise dal vivo o rimandate a qualche scarna fotografia da tramandare ai
nipoti. Oggi nella società dell’immagine perenne con tutti i profili social
attivi, la documentazione immediata è la ricetta, un reality alla Truman show continuo
in cui ogni persona è un attore consumato. E quelli che erano icone di
giornalismo e di professionalità invece di ergersi nel loro mestiere in modo
professionale, tolti i freni inibitori sono diventati attori, anche loro della
peggior risma. Perché questa invettiva e filippica ? Per diversi motivi che
forse non interesseranno ai più, ma che mi lasciano basito. Innanzitutto i colleghi
giornalisti, sentire fior di professionisti che nel commento di una partita si
lasciano trascinare dal tifo più estremo, forse per arringare le folle, non
depone alla categoria, si deve applaudire alla giocata dell’avversario di turno
e commentare con distacco, senza infierire anche le provocazioni. Ci pagano per
essere dei giudici attenti e scrupolosi. I giocatori poi, esistono regole non
sportive ma etiche che prevedono comportamento corretto (evitando le manfrine
in cui si chiede di continuo il cartellino per il giocatore avversario, c’è li
l’arbitro, provvederà lui nel caso) e soprattutto sappiano gestire sia la
sconfitta che la vittoria. Togliersi una medaglia per essere arrivati secondi perché
? qual è l’insegnamento che si da alle giovani generazioni ? Che conta solo
arrivare primi ? Che la vita sarà tappezzata di fiori e rose se sei vincente. E
se vinci, citando un vecchio statista come W. Churchill sii magnanimo. Urlare
in faccia ai tifosi avversari sapendo di essere ripreso “dovete mangiare ancora
tanti spaghetti” farà sorridere forse sul momento il proprio schieramento, ma alla
successiva occasione in cui non vinci, cosa ti potrà urlare l’avversario a
proposito degli amati maccheroni? Gioisci per la tua vittoria e abbraccia l’avversario
con cui ti sei scontrato. Gli esempi positivi non mancano: Pep Guardiola che
bacia la medaglia d’argento nella finale di Champions o il sorriso serafico di
Louis Enrique sconfitto (e peraltro maltrattato pesantemente dalla vita) che
trasmette serenità e accettazione sono due facce di una medaglia che dà
speranza per il futuro. A volte il successo nella vita passa da momenti come
quelli celebrati dai perdenti e sempre per citare Churchill “il successo è la
capacità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”
Sanfelici: zero in condotta
Zero in condotta, il titolo è
accattivante e richiama gli europei di football appena conclusi con il suicidio
sportivo di una nazione che ha inventato il gioco del calcio, ma che per una
maledizione, modello Bela Guttmann, non è mai riuscita a mettere le mani sul
bersaglio grosso, fatta salva una sola volta e per giunta senza l’ausilio del
Var. L’occasione me l’ha fornisce su un piatto d’argento l’amico Marco
Sanfelici, tifoso della Juventus, ma anche forbita penna e amante del buon
gusto, non solo culinario, ma dal gusto un po’ troppo in bianco e nero della
divina arte pedatoria. Marco, che ho imparato ad apprezzare guardando partite
di football, di futsal e di qualsiasi altro sport che preveda critica della
ragion pura (esistenza, validità e limitazione, proprio come l’opera di
Emmanuel Kant) discetta con dovizia di argomenti le prestazioni dei suoi
beniamini, senza farsi travalicare dalla propria passione calcistica, quel
doppio colore che al sottoscritto proprio non piace. Novello Giuanin Brera, me lo
immagino a redigere questi giudizi se non con l’immancabile sigaro sicuramente
addentando un panino al salame che aveva reso l’Arcimatto un professionista
molto amato e stimato. E così è lui, tra le pagine, pardon righe di un computer, oppure dalle telecamere delle televisioni da cui viene ospitato pronto a
tratteggiare i ritratti dei calciatori. In tempi in cui la superficialità anche
degli scritti è purtroppo un vezzo diffuso, richiamare e leggere questo libro
può dare giovamento, anche se non si conosce la materia
domenica 4 luglio 2021
Audita tremendi severitate ....... Hattin 1187
Audita tremendi severitate judicii, quod super terram
Jerusalem divina manus exercuit ….. così recitava la Bolla Papale del 29
ottobre 1187 di Gregorio VIII che chiamava a raccolta i regni occidentali per
la terza crociata dopo che Hattin prima (il 4 luglio) e poi Gerusalemme dopo
avevano sancito la cacciata dei cristiani dalle terre liberate un secolo prima
dalla Prima Crociata. Un teatro quello mediorientale da sempre luogo di accesi
scontri per le supremazie, politiche, religiose e perché no commerciali. I
signori di quel periodo governavano il territorio ma erano litigiosi, pronti a
scontrarsi per occupare un castello e un titolo e finchè sulla scena non
compare Salāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb più conosciuto come Saladino che di
fatto cementa le popolazioni arabe e le conduce sotto la stessa bandiera; prima
scaramucce e poi la decisiva battaglia di Hattin 4 luglio 1187 e la conquista
di Gerusalemme. Chi ha visto il film di Ridley Scott le crociate può trovare un
riferimento abbastanza preciso di quel periodo, anche se ovviamente romanzato
per esigenze sceniche. Rimane tuttavia l’impresa dell’esercito Ayyubide
condotto da Saladino che nel giro di un paio di anni limita le presenze
cristiane in terra santa. Unica sconfitta con Corrado del Monferrato all’assedio
di Tiro quando si dice che i piemontesi sono tosti
Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine
Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...
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