sabato 5 settembre 2020

"Quelli che......... vivono una vita da malati per morire da sani". Riflessioni sulla chiusura degli Stadi


 foto Milan Live

La notizia è dell’ultima ora, il premier Conte, parla di inopportunità per la riapertura degli Stadi e così l’inossidabile, immarcescibile e impalpabile capo del governo ci relaziona sull’ennesima non presa di posizione del suo modo di governare da ormai oltre 24 mesi. Il mondo del calcio è patrimonio del gioco, delle società e dei giocatori, ma se Dio vuole è anche dei tifosi. Il Foglio oggi porta alla ribalta uno studio che decreta come nel mondo delle imprese sportive, la parte del leone la facciano i giocatori, ma l’8 per cento sia determinato dalla presenza e dal tifo incessante di chi allo stadio trascina i propri colori. L’esempio e il florilegio di esempi va dal celeberrimo 3 a 2 derby di Torino sotto la spinta della Maratona, alla Kop di Liverpool per finire al Die Galbe Wein di Dortmund  del Westfallestadion. Il tifo è una parte assoluta del mondo del calcio, come di quella sportiva in genere, vedere gli stadi e i palazzetti vuoti stringe il cuore e rimandare alla scatola televisiva come unico luogo deputato alla visione prospettica dello sport è debilitante oltre che inguardabile. Lo stadio ha sempre rappresentato la platea estrema in cui consumare la passione, in cui l’urlo, il tifo scatenato, la gioia per una segnatura o anche l’incitamento e la passione per i propri colori quando va male è una pulsione sociale condivisa e da condividere. I ricordi ti portano a pensare alla preparazione, alla trasferta, al profumo del panino alla porchetta, infarcito di gusti calabresi, e poi allo spettacolo dentro al catino (per me San Siro) i cori, a volte anche non politically correct, emozioni percorse mille volte eppure sempre nuove e da ripetere.  Chilometri in macchina a gustare lo spettacolo e poi al ritorno a ripercorrere il vissuto, come quel 23 aprile del 2003, quel 3 a 2 a San Siro pirotecnico di Milan Ajax che schiuse alla sesta coppa dei campioni, un telefonino recuperato sei gradoni più in basso, alla rete di Tomasson al 91 e una gioia spettacolare condivisa con altri 80.000. Non vorrei che questi rimanessero ricordi sbiaditi, premier Conte riapriamo, magari in sicurezza prima magari pochi ma poi torniamo a vivere, troviamo le cure, lavoriamo su questo per non fare la fine di quello che cantava Jannacci: quelli che vivono una vita da malati per morire da sani. Per la cronaca Enzino era del Milan e viveva la Sud .


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